HomePrecari della ScuolaArriva il concorso, ma attenzione alle nuove classi di concorso

Arriva il concorso, ma attenzione alle nuove classi di concorso

Il concorso sarà pronto il primo di dicembre. Entro il 20 novembre saranno acquisiti i pareri delle commissioni e poi nei restanti 10 giorni si provvederà a definire e a pubblicare il bando. Tuttavia resta aperta la questione delle nuove classi di concorso coniderate già defunte ma che invece per il Consiglio di Stato sono vive e vegete, ma ne parleremo in un altro articolo. Intanto Sandro Cardi e Antimo di Geronimo fanno il punto sulla questione concorso.

Altro che defunte. Il prossimo concorso per immettere in ruolo circa 63 mila nuovi docenti farà riferimento alle nuove classi di concorso, e non più alle vecchie come invece fino a pochi giorni fa si ventilava ai piani alti del dicastero dell’istruzione. Entro il 20 novembre, secondo quanto risulta a ItaliaOggi, il governo potrebbe acquisire i pareri delle commissioni parlamentari sul nuovo regolamento, che ridisegnerà l’impianto giuridico delle discipline di insegnamento (le cosiddette classi di concorso). Per poi procedere a tappe forzate ad effetturare le integrazioni e correzioni che si riterranno necessarie alla luce dei pareri stessie così poter emanare il bando entro il 1° dicembre prossimo. Che è il termine previsto dal comma 114, dell’articolo 1, della legge 107/2015.

Tra i nodi ancora da sciogliere, quello delle classi di concorso dei licei musicali e coreutici. Che vanno costituite ex novo, perché si tratta di una novità assoluta rispetto al passato. E proprio per risolvere la questione, è stata fissata per domani una riunione al ministero dell’istruzione tra tutti i dirigenti scolastici dei licei musicali e coreutici. Lo schema di regolamento sulle nuove classi di concorso, che ha appena passato il vaglio del Consiglio di stato (sebbene con rilievi) prevede una riduzione, da 168 a circa 100, del numero delle specialità disciplinari tramite l’accorpamento delle classi affini. Ampliando così l’impiego delle singole abilitazioni su più ambiti disciplinari.

Quanto alla nuova tornata di reclutamento, l’amministrazione intende mettere a concorso circa 63.000 posti: 6.800 nella scuola dell’infanzia, 15.900 nella primaria, 13.800 nella secondaria di primo grado e 16.300 nella secondaria di secondo grado. 10.900 posti saranno invece i posti messi a concorso per il sostegno. Da questi posti, però, bisognerà togliere quelli che saranno assegnati con priorità agli aspiranti docenti che hanno presentato la domanda per partecipare al piano straordinario di assunzioni disposto dalla legge 107 e che non riusciranno ad ottenere l’immissione in ruolo nemmeno nella fase C. Resta da vedere in che modo l’amministrazione intenda procedere alla stabilizzazione dei docenti che non troveranno posto nella fase C. La legge 107, infatti, si limita a dire che, qualora non dovessero esserci posti a sufficienza per tutti gli aspiranti, non si dà luogo all’immissione in ruolo.

Pertanto, l’eventuale precedenza nelle assunzioni connesse al nuovo piano di reclutamento, allo stato attuale, risulterebbe priva di copertura legale. Un falla nella quale il contenzioso avrebbe gioco facile ad insinuarsi. Va detto subito che il concorso che sta per essere emanato è funzionale ad un piano di reclutamento che coprirà il triennio 2016/2018. Che comprenderà ulteriori 30mila immissioni in ruolo dirette alla stabilizzazione dei precari, attualmente inseriti nelle graduatorie a esaurimento, che hanno scelto di non partecipare alla fase B e alla fase C del piano straordinario di assunzioni. Ciò vuol dire che, fino a quando le graduatorie non risulteranno esaurite, il reclutamento seguirà il criterio duale previsto dall’articolo 399 del decreto legislativo 297/94: l’assegnazione del 50% dei posti scorrendo le graduatorie del concorso e del restante 50% traendo gli aventi titolo dalle graduatorie a esaurimento. L’intenzione del ministero, infatti, è quella di esaurire completamente le graduatorie provinciali. Dunque, sono stati fugati definitivamente i dubbi sulla sopravvivenza delle graduatorie a esaurimento. Che in prima battuta il governo voleva abolire del tutto. Salvo ritornare sui propri passi in sede di discussione parlamentare sulla legge 107/2015.

Il provvedimento, infatti, cita espressamente l’articolo 399 del testo unico: la norma che prevede il criterio duale di reclutamento a esaurimento. In ciò manifestando l’intenzione del legislatore di mantenere in vita il criterio dell’alternanza fino al completo scorrimento delle graduatorie a esaurimento. Novità sono previste anche per quanto riguarda le prove. Al vaglio dei tecnici del ministero vi sarebbero alcune ipotesi dirette ad eliminare la prova preselettiva per le scuole secondarie. E ad introdurre uno scritto informatizzato e una prova orale basata su una lezione simulata, sulla scorta di quanto già previsto per il concorso del 2012. Per quanto riguarda invece la scuola dell’infanzia e la scuola primaria, i tecnici di viale Trastevere sarebbero dell’avviso di mantenere la prova preselettiva.

Agli aspiranti docenti di scuola primaria sarà richiesta anche la conoscenza di un livello minimo di inglese. Ai docenti che saranno immessi in ruolo il prossimo anno sarà risparmiato l’assoggettamento al nuovo regime dell’apprendistato triennale previsto dalla legge 107: un percorso per prevede l’assunzione dei vincitori di concorso a tempo determinato per un triennio, a stipendio ridotto e solo per le sostituzioni dei docenti assenti, senza l’assegnazione della cattedra. Al termine del quale è prevista un’ulteriore valutazione da parte del dirigente scolastico, dalla quale discenderà l’assunzione a tempo indeterminato oppure il licenziamento. Le nuove norme, infatti, entreranno in vigore sono dopo l’emanazione del decreto legislativo di attuazione, per il quale il governo ha 18 mesi di tempo dalla data di entrata in vigore della legge 107 (16 luglio 2015)

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