HomeComunicato StampaBerlitz Italia celebra il “World Food Day”

Berlitz Italia celebra il “World Food Day”

L’importanza del multilinguismo per gli chef italiani all’estero

Milano 14.10.2021 – Per gli chef italiani aprire un locale o un ristorante all’estero è una tendenza ormai sempre più affermata e diffusa. È risaputo infatti che la cucina italiana, tra materie di prima qualità e abitudini alimentari sostenibili, sia una delle più apprezzate nel mondo. Secondo alcuni studi e ricerche, sarebbero oltre 2.000 i ristoranti italiani nel mondo, con una presenza estesa dall’Europa all’Oceania. Il primo paese per numero di ristoranti italiani certificati all’estero sono gli Stati Uniti con New York come città in vetta alla classifica, seguiti da Francia, Germania, Inghilterra, Spagna e Giappone.

Gli insegnanti di Berlitz, azienda internazionale di formazione linguistica e culturale su scala globale, hanno condotto una ricerca sulle lingue più richieste dai lavoratori del settore della ristorazione, dalla quale è emerso che l’inglese, il francese e l’italiano posso essere definite ufficialmente le “lingue del cibo”. Lavorare in cucina, soprattutto se in un ristorante stellato, richiede una predisposizione per le lingue straniere e imparare vocaboli e termini specifici delle preparazioni è il primo passo da compiere per chiunque decida di intraprendere la carriera di chef.

Gli studi e l’esperienza di Berlitz hanno confermato che la conoscenza dell’inglese è necessaria per chiunque si avvicini al mondo della ristorazione e del turismo a livello internazionale. Uno chef, oltre a saper cucinare bene, deve essere in grado di comunicare con la cosiddetta “brigata”, ovvero saper gestire il personale affinché tutti siano perfettamente allineati sulle preparazioni.

“Il mondo dell’enogastronomia è multilinguistico. Si tratta di uno dei settori dove è più richiesto l’uso di diversi termini tecnici, tutti provenienti da culture linguistiche diverse e che hanno fatto la storia dell’alta cucina” – affermano gli insegnanti di Berlitz – “Conoscere la terminologia però non basta per poter lavorare bene all’estero a livello professionale. Soprattutto in una cucina è importante riuscire a farsi capire in modo chiaro e diretto e non perdere il controllo.”

Il numero dei giovani chef italiani che desiderano lavorare fuori dal nostro paese tende a crescere sempre di più. Alle mete più conosciute, come New York, Parigi e Londra, oggi si uniscono destinazioni come Los Angeles, Dubai e Tokyo. Risulta quindi fondamentale per queste giovani promesse inserire nel loro piano di formazione, lo studio di una o più lingue straniere che permettano loro di districarsi in cucina e non solo dal punto di vista delle preparazioni.

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