HomeStampaCrollano i diplomati nei tecnici, con loro crolla il futuro del Paese

Crollano i diplomati nei tecnici, con loro crolla il futuro del Paese

Gli Istituti Tecnici e Professionali hanno contribuito a formare generazioni di studenti che sono poi diventati la colonna dorsale della nostra economia. Le ultime mode però stanno fortemente penalizzando tali tipologie di scuole, nonostante il mercato richieda personale specializzato. Il Boom dei Licei e in parte il calo demografico hanno fatto diminuire i diplomati del 12%. Secondo l’ex predidente del Consiglio Prodi, intervistato dal Corriere della Sera, il futuro del Paese è in questa tipologie di scuole. Di seguito l’articolo.

Negli ultimi vent’anni in Italia l’istruzione tecnica secondaria ha perso oltre 400mila studenti, con una diminuzione degli iscritti dal 45% sul totale della scuola secondaria nel 1991-92, al 33,7% del 2014-15. Le iscrizioni agli istituti tecnici, negli ultimi 25 anni, hanno subito un lungo declino a vantaggio delle iscrizioni nei licei, passando da 230mila a 156mila, cioè -74 mila. Dati che rappresentano un «dramma», secondo l’ex presidente del Consiglio e della UE, Romano Prodi, che ha partecipato al convegno milanese organizzato all’auditorium Testori di Palazzo Lombardia a Milano da Treellle/Fondazione Rocca, per presentare il rapporto «Innovare l’istruzione tecnica secondaria e terziaria». Un appuntamento per discutere di come superare la crisi degli istituti tecnici e la mancanza di un forte sistema di istruzione tecnica superiore, che rischiano di condannare l’Italia al declino anche nel settore manifatturiero, dove pure vanta una tradizione importante.

«Dramma italiano»

«La cosa che più mi preoccupa è che c’è da rifare la testa dei genitori sulle scuole tecniche. Io parlavo di super-periti molti anni fa. Il problema è arrivato all’incomprensione sociale. Bisogna fare un grande battage pubblicitario a livello ministeriale sulla scuola tecnica, che è il futuro del Paese. Mi provoca un dolore fortissimo sentire i genitori che si vergognano se il loro figlio frequenta un Its», ha detto Prodi (che si trovava in platea come spettatore), in un intervento accorato, nel quale ha sottolineato: «Nella mia esperienza universitaria ho visto uccisa l’autonomia dell’istruzione tecnica. La sperimentazione Its, invece, serve moltissimo». Ma il bilancio, per ora, è fragile: gli Istituti tecnici superiori, a 7 anni dalla loro istituzione contano appena 4.000 iscritti, secondo i dati forniti durante il convegno. «Dobbiamo condurre – ha detto Prodi – una grande battaglia per la scuola Tecnica per costruire il futuro produttivo del nostro Paese e per dare lavoro ai giovani».

Il convegno

All’appuntamento sono intervenuti tra gli altri il presidente di Assolombarda Gianfelice Rocca, quello dell’associazione Treellle Attilio Oliva, il sottosegretario del Miur Davide Faraone, l’assessore lombardo all’Istruzione Valentina Aprea e il dg dell’Ufficio scolastico regionale lombardo Delia Campanelli.

«Preparare i profili del futuro»

Tra le proposte formulate da Treellle-Rocca per l’istruzione tecnica secondaria, quella di rendere sistematica la collaborazione tra scuola e mondo del lavoro; e per l’istruzione tecnica superiore breve, quella di sviluppare e articolare l’offerta formativa con nuovi percorsi, universitari e non. Da Gianfelice Rocca è arrivato l’appello a «preparare i profili del futuro e non del passato», mentre Oliva ha evidenziato che «l’istruzione tecnica è una buona formazione per i giovani».
Il sottosegretario Faraone ha invece invitato a «fare valutazioni a percorso strutturato» perché «pensiamo che nei prossimi anni ci sarà un’espansione».

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