Scampia: contro la violenza, abbracciamo la scuola
Inquieta e spaventa il terribile contrasto tra l’immagine dei bambini festosi, impegnati in cori di Natale, in quella scuola a Scampia, e quella del sangue e del morto ammazzato, lì a pochi passi.
Desertificazione di città e di spazi in cui nessuna oasi ormai più si salva, desolata immagine del tradimento che portiamo, in tanti modi, all’infanzia.
Allora serve una grande rivolta e serve un abbraccio: la rivolta civile, pacifica e forte,  di tutta la gente per bene; l’abbraccio a quella  scuola oltraggiata e ferita da tanta brutale violenza.
Così, ci piace immaginare che tutto il quartiere si stringa intorno alla sua scuola e alle sue insegnanti,  portando, non fiori alla morte, ma fiori alla vita e riconsegnando quel luogo alla bellezza del suo grande compito; ci piace immaginare che, ancora più forte e corale, risuoni  lì, per Natale, il canto di tutti.
Insieme a quella di Scampia, andrebbero abbracciate anche tutte le altre scuole del nostro Paese perché è solo dalla scuola che può ripartire la speranza, è solo con la scuola che si può costruire un futuro migliore.
Si avrà legalità , giustizia, capacità di condividere valori, garanzia di una vita buona per tutti, soltanto se la società riscoprirà il desiderio e la responsabilità di educare, di scommettere sulla conoscenza,  di sostenere il compito di chi insegna, di prendersi cura di ogni sua scuola: cuore di comunità , fabbrica di vita civile.
Se ci fosse questo abbraccio potrebbe succedere che dal sacrilegio di una scuola violata fiorisse la ri-nascita di tutto il Paese.
Roma, 6 dicembre 2012