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Didattica multimediale – Il dizionario gratuito a disposizione dei docenti

Abbiamo trovato sul portale “La letteratura e noi” un dizionario ben fatto della didattica multimediale che sempre più spesso viene utilizzata a scuola. Abbiamo deciso di riportarlo su Informazionescuola.it perché convinti che possa essere utile ai tanti docenti che si informano sulle nostre pagine.

Di seguito il dizionario con le varie voci

Blog
Il termine ‘blog’ indica uno spazio sul Web, generalmente gratuito, che l’utente può gestire in modo autonomo. Il blog è una sorta di diario elettronico, in cui è possibile scrivere, in presa diretta, le proprie riflessioni e pubblicare notizie, informazioni, narrazioni di ogni genere, aggiungendo anche immagini, video e link a siti di proprio interesse. Tutti i blog, al di là delle differenze di contenuto, sono accomunati da quattro caratteristiche distintive, proprie del genere diaristico: l’immediatezza, e quasi la simultaneità, di un’annotazione registrata currenti calamo, interponendo una distanza minima tra la durata oggettiva dell’accadere e la durata soggettiva del raccontare; la disposizione della materia in ordine cronologico con i contributi più recenti in alto nella pagina, che restituisce l’idea di una scrittura a cadenza rituale, talvolta anche quotidiana; la centralità del punto di vista soggettivo dell’autore; il rapporto di contiguità tra l’annotazione individuale e il contesto che la determina.

Benché esistano diverse tipologie di blog, la più diffusa replica il modello di un diario personale. A differenza del diario che tradizionalmente è una forma di scrittura privata, il blog ha però una destinazione pubblica ed è accessibile a tutti gli utenti del Web. Inoltre può aprirsi allo scambio e alla discussione: infatti i visitatori, di solito registrandosi, hanno la possibilità di pubblicare commenti su quanto leggono. A gestire la comunicazione è però sempre l’autore, che può passare al vaglio i commenti altrui, cancellando quelli che ritiene inutili o inappropriati. Nondimeno la presenza dei commenti inviati dai lettori trasforma il blog in un spazio dinamico, in evoluzione, distinguendolo così da un sito Web, i cui contenuti possono restare invariati anche per lungo tempo.

Rientrano nella categoria dei blog strutturati al modo di diari personali, con un’attenzione particolare per l’attualità, le pagine Internet compilate da alcuni famosi scrittori, giornalisti, intellettuali, politici, uomini di teatro, personalità del mondo dello sport e dello spettacolo, da Luca Sofri a Tommaso Pincio, da William Gibson a Beppe Grillo, da Dario Fo a Vasco Rossi. Accanto ai blog personali ci sono poi quelli collettivi, in cui gli articoli vengono pubblicati da una redazione (un blog collettivo che si occupa di letteratura è, ad esempio, Nazione indiana, fondato da un gruppo di intellettuali e scrittori, tra cui va ricordato almeno Antonio Moresco), e i social blog, i cui contributi possono essere pubblicati da tutti gli utenti registrati. Questi blog possono nascere dall’esigenza di condividere e sviluppare un progetto comune, per permettere ai partecipanti di scambiarsi idee e suggerimenti su un argomento preciso. È il caso di molti Edu-blog, ossia di blog dedicati alla didattica o usati nel lavoro in classe come strumenti didattici. Ad esempio, lo spazio online in cui state navigando adesso mette insieme le caratteristiche di un blog letterario, aperto alla discussione sull’attualità e coordinato da una redazione, di un Edu-blog, con una sezione dedicata alla riflessione sul mondo della scuola e un laboratorio riservato ai docenti per la sperimentazione di nuovi modelli didattici (accessibile dalla voce “Gruppi di lavoro”).

Suggerimenti per l’uso didattico del blog
Ci sono molti modi per utilizzare un blog a fini didattici. L’applicazione didattica più diffusa ed immediata è rappresentata dal “blog di classe”, cui partecipa tutto il gruppo della classe sotto la guida dell’insegnante. Di solito esso è strutturato sotto forma di un “diario di bordo”, in cui registrare le attività svolte dalla classe, oppure è centrato su un argomento preciso. Ovviamente l’argomento può variare a seconda degli interessi e del percorso formativo della classe: nell’ambito della letteratura italiana, si potrebbe pensare ad un blog dedicato ad un tema (come il tema del labirinto nella letteratura e nell’arte), ad un genere (ad esempio la memorialistica di guerra, inserendo nello spazio online testi letterati, da Levi a Rigoni Stern, e documenti non letterari, quali foto, testimonianze, reportage, lettere, interviste a sopravvissuti, filmati, canzoni, ecc.), ad un innovativo percorso di ricerca (come un’indagine sulla letteratura italiana degli ultimi anni, una ricognizione dei blog personali degli scrittori affermati, un’analisi del rapporto tra scrittura creativa e nuove tecnologie, ecc.). L’uso del blog infatti permette di accogliere in un’unica piattaforma una molteplicità di documenti di formati diversi (testi, immagini, video, ecc.) e facilita lo scambio tra utenti che condividono gli stessi interessi, favorendo così l’esperienza di gemellaggio tra le classi che, in Italia o all’estero, si occupano delle stesse questioni. Partecipare ad un blog può rappresentare per lo studente un valido strumento per sviluppare le capacità di scrittura e lo spirito critico: infatti la possibilità di intervenire nella discussione con i commenti favorisce i processi di meta-apprendimento.

Chat
Gli utenti che frequentano una chat scambiano messaggi in presa diretta: emittente e ricevente del messaggio si trovano contemporaneamente in una stessa situazione comunicativa caratterizzata dalla sincronia e dall’immediatezza del botta e risposta. Per la sua natura diretta e istantanea, il dialogo tra gli utenti di una chat è quindi caratterizzato dall’informalità. I messaggi scritti riproducono l’andamento di una conversazione parlata, in cui il tono e l’espressività sono resi attraverso l’uso esasperato di componenti extratestuali, segni d’interpunzione e simboli come le emoticon (le cosiddette “faccine”, che sono immagini stilizzate delle espressioni facciali, utilizzate per comunicare un’emozione).

Suggerimenti per l’uso didattico della chat
La chat non ha una spendibilità didattica diretta, perché la sua frequentazione incoraggia lo studente a scrivere in modo estemporaneo e scorretto. Tuttavia essa può rappresentare un punto d’osservazione privilegiato per mettere a fuoco le peculiarità di ‘parlato’ e ‘scritto’. Analizzando con la classe il linguaggio utilizzato nelle chat, il docente può far riflettere gli alunni sulla differenza che intercorre tra lingua scritta e lingua parlata, l’una caratterizzata dalla stabilità, dalla durata, dall’autonomia dalla situazione comunicativa, l’altra effimera, segnata dal rapporto con il contesto comunicativo, caratterizzata dalle ripetizioni, dai riempitivi, dalle concordanze ad sensum, dalle inesattezze lessicali e sintattiche. Il docente potrebbe quindi proporre alla classe un esercizio di riformulazione dal parlato allo scritto, chiedendo agli studenti di rielaborare un dialogo informale tratto da una chat, eliminando dal testo tutti i tratti tipici dell’oralità.

Classe virtuale, suggerimenti didattici
È uno spazio online in cui il docente può condividere con gli studenti materiali di vario tipo (testi, documenti, immagini, video, ecc.). Lo studente accede alla classe virtuale tramite le credenziali d’accesso fornite dal docente. Grazie alla classe virtuale, lo studente può lavorare a casa sui materiali selezionati per lui dall’insegnante, sia per svolgere compiti e approfondimenti sia in vista del ripasso o del recupero.

Didattica 2.0
Con questa espressione si intende un nuovo modo di fare didattica applicando le tecnologie digitali al mondo della scuola e avvalendosi delle nuove risorse interattive e partecipative del Web 2.0 (vedi alla voce Web 2.0).

E-book
È il libro elettronico, in formato digitale, che può essere letto attraverso lo schermo di un e-book reader (tra i più comuni ricordiamo Kindle di Amazon), di un computer o di un dispositivo mobile (uno smartphone o un Tablet, come l’iPad).

E-mail, suggerimenti per l’uso didattico
È il messaggio di posta elettronica. La posta elettronica ha una caratteristica peculiare: è un canale privilegiato per la comunicazione personale. Da un punto di vista didattico, l’e-mail può rivelarsi uno strumento efficace che permette al docente di fornire ai singoli studenti le correzioni personalizzate dei compiti o di dare una risposta individuale a domande specifiche, qualora esse siano eccentriche rispetto ai percorsi didattici svolti in classe e non necessitino di una risposta pubblica. Inoltre l’insegnante può inviare e-mail anche per diffondere informazioni relative agli aspetti pratico-organizzativi della vita scolastica (ad esempio riguardanti gli orari delle lezioni, i materiali da portare in classe, ecc.) e per distribuire consegne e verifiche. In questo caso, per mandare uno stesso messaggio a un’intera classe, può essere comodo creare un gruppo.

Forum
È uno spazio di discussione online, in cui gli utenti si confrontano su argomenti di interesse comune. Il forum ha una duplice natura: è insieme una sorta di piazza virtuale, un luogo d’incontro e di scambio, e una bacheca elettronica, dove il visitatore può lasciare dei messaggi (post) per avviare il dibattito o prendere parte a una discussione. Lo scambio sul forum non avviene in tempo reale e quindi non richiede la presenza online dei soggetti della comunicazione, ma si sviluppa in modalità asincrona, cioè in tempo differito. Questo si ripercuote sullo stile e sulle strategie della scrittura: infatti la mancanza di un botta e risposta immediato, che invece caratterizza il dialogo fra gli utenti di una chat, fa sì che il testo del messaggio vada strutturato in modo efficace e chiaro, per rimanere intellegibile anche al di fuori del contesto comunicativo. I messaggi lasciati in un forum devono quindi esprimere idee e opinioni rispettando le condizioni della testualità (coerenza, coesione, accettabilità, situazionalità, informatività).

Suggerimenti per l’uso didattico del forum
Il docente può sollecitare gli studenti a partecipare alla discussione online con dei post strutturati al modo di brevissimi testi argomentativi, che sappiano coniugare rigore logico, chiarezza comunicativa ed economia espositiva, mostrando una sicura padronanza degli aspetti ortografici, delle funzioni e degli usi della punteggiatura. In particolare l’insegnante, esaminando in classe il linguaggio usato nei forum, può illustrare agli studenti i principali elementi linguistici responsabili dei legami argomentativi, come connettivi, concordanze, ripetizioni, sviluppando così nella classe le cognizioni inerenti al livello lessicale, morfosintattico, testuale-pragmatico della lingua.

Ipertesto
È un testo interattivo, costituito a sua volta da una serie di documenti o di risorse multimediali collegati da link (quando sono presenti contenuti multimediali si parla più esattamente di ipermedia). La lettura di un ipertesto non si svolge esclusivamente in maniera lineare e sequenziale, ma è reticolare e ramificata, perché consente degli approfondimenti e delle deviazioni dall’argomento principale che il lettore può decidere di effettuare, costruendo un proprio percorso di navigazione.

Suggerimenti per l’uso didattico dell’ipertesto
Realizzare un ipertesto su un tema di rilevanza culturale può rivelarsi un ottimo esercizio per sviluppare la creatività dello studente, che in questo modo approfondisce lo studio dell’argomento in esame, lo rielabora da una prospettiva personale e impara ad usare in modo critico e intelligente le nuove tecnologie. Riportiamo qui un esercizio da proporre alla classe, che può essere assunto come un esempio e come una traccia sulla quale modellare altre consegne analoghe (l’esercizio è tratto da uno dei manuali di letteratura pubblicati dalla casa editrice Palumbo): «Tempo di barbarie e oscurità, popolato di cavalieri, monaci, streghe e maghi, il Medioevo continua ad affascinare il nostro immaginario e ancora oggi costituisce uno sfondo d’ambientazione privilegiato per molti romanzi di successo, ma anche per film, fumetti e video games. Al tempo stesso, le tracce del passato medievale fanno parte della nostra esperienza concreta: le strade, le piazze, le chiese di molte città italiane ne offrono una testimonianza tangibile. Tenendo conto di quanto hai studiato, crea un ipertesto (utilizzando Word, PowerPoint, il codice html) che affronti il tema Il Medioevo nell’immaginario contemporaneo. Quindi presenta il tuo lavoro in classe con l’ausilio della LIM o di un videoproiettore e discutine con il docente e i compagni».

Learning object
Si definisce così ogni risorsa didattica digitale e non digitale che possa supportare l’apprendimento con le nuove tecnologie. I Learning Object sono caratterizzati da quattro tratti distintivi: la granularità (perché sono strutturati come singoli granelli di conoscenza, che possono essere aggregati con altri Learning Object e inseriti in una catena di senso, e come pillole formative autonome, dotate di significato compiuto, che hanno una durata breve, commisurata alle capacità di attenzione dell’utente); la reperibilità (perché sono marcati dall’indicazione di alcune parole-chiave e ciò li rende facilmente indicizzabili e rintracciabili); la riusabilità (perché, in virtù della loro autonomia, possono essere utilizzati in vari contesti); l’interoperabilità (perché possono essere fruiti attraverso media diversi e inseriti in tutti gli ambienti di apprendimento che rispettino determinanti standard).

Libro misto
Un decreto ministeriale del 2009 impone che ogni libro di testo debba essere composto da una parte cartacea e da una espansione digitale. In risposta al decreto le case editrici scolastiche hanno elaborato differenti proposte. La Palumbo, ad esempio, ha ideato il Webook, termine che condensa i vocaboli “web” e “book”: si tratta di un’espansione online del manuale cartaceo, destinata agli studenti, che contiene materiali multimediali e testuali, pensati per integrare e arricchire i contenuti del libro. In particolare tra i materiali presenti nel Webook vanno ricordati i podcast scaricabili sul computer o su dispositivo mobile; i testi on line (generalmente testi di approfondimento corredati da immagini che, tramite una rete di link, rimandano a siti in cui è possibile trovare ulteriori informazioni e spunti di riflessione); le risorse multimediali, come animazioni, gallerie fotografiche e raccolte di video; i contenuti per la lavagna interattiva, cioè tutti quei materiali che possono essere fruiti tramite le lavagne interattive elettroniche, come presentazioni multimediali, esercitazioni e test di autovalutazione.

Libro interattivo e suggerimenti didattici
È una versione digitale del libro cartaceo che offre la possibilità di effettuare una “navigazione” al suo interno, grazie a una efficace interfaccia grafica attraverso cui è possibile accedere a una serie di contenuti extra. Si parla più esattamente di libro ipermediale quando i contenuti extra sfruttano le funzionalità di diversi media (come accade nel caso di contributi audio, video, animazioni, ecc.). I libri interattivi e ipermediali replicano i contenuti del volume cartaceo aggiungendovi il plus dell’interattività, coniugando il modello di apprendimento tradizionale con quello basato sulle nuove tecnologie. Combinando linguaggi diversi, questi prodotti vanno incontro alle mutate esigenze e al gusto degli studenti, abituati a muoversi in contesti caratterizzati dall’interazione sinergica tra codici diversi. Il libro interattivo valorizza quindi la centralità dell’alunno e della classe all’interno dei processi formativi e costituisce uno strumento valido e importante per migliorare il lavoro didattico.

Lim
È un acronimo che sta per Lavagna Interattiva Multimediale. La LIM è una lavagna touch screen collegata ad un computer e ad un proiettore. La LIM da una parte conserva le funzionalità di una lavagna tradizionale, perché si presenta come una superficie interattiva su cui è possibile scrivere e disegnare con una penna elettronica, dall’altra sfrutta le nuove risorse del digitale e della multimedialità, proprie di un computer. La lavagna interattiva permette all’insegnante di coinvolgere la classe nella lezione in modo efficace, visualizzando in aula i testi e lavorando con gli studenti sui documenti proiettati, facendo interagire e dialogare media diversi, passando facilmente da un’applicazione all’altra, con la possibilità di collegarsi alla Rete.

Nativi digitali e immigrati digitali
Con questa espressione la maggior parte degli studiosi intende riferirsi alla generazione di coloro che sono nati a partire dal 2000, vale a dire dopo la diffusione di Internet (c’è però chi retrodata l’apparizione dei nativi digitali alla seconda metà degli anni Ottanta, in concomitanza con la diffusione del sistema operativo Windows). Il “nativo digitale” è abituato a vivere in un ambiente ad alto contenuto tecnologico e a muoversi con naturalezza in una società “multi-schermo”, dominata dalla televisione, dal computer, dal cellulare, dalla console di videogiochi, dagli innumerevoli schermi interattivi, che hanno plasmato le sua competenze, il suo immaginario, il suo approccio all’apprendimento e il suo modo di relazionarsi al mondo. Al contrario dei nativi digitali, gli “immigrati digitali” hanno conosciuto le tecnologie digitali solo in età adulta.

OER (Opening Educational Resources)
Sono risorse didattiche aperte che possono essere modificate dall’insegnante per adeguarle in modo efficace al contesto pedagogico. Si tratta di materiali vari (video, libri, dispense, ecc.), di solito di proprietà di archivi pubblici, biblioteche, università o fondazioni, rilasciate senza alcun copyright, quindi di dominio pubblico, o concessi sotto licenze che ne permettono l’utilizzo gratuito o la manipolazione.

Podcast, videocast e usi didattici
Sono rispettivamente registrazioni audio e video scaricabili da Internet. Si tratta quindi di contenuti che si possono vedere e sentire utilizzando il PC, l’Ipod, l’Ipad, il cellulare o lettori di file MP3. Una volta scaricato, il file resta sul supporto: di conseguenza può essere fruito anche in mancanza di un collegamento ad Internet. I podcast e i videocast possono rappresentare un valido aiuto per lo studente, che per esempio può scaricare sul suo cellulare (o su altro dispositivo) e portare sempre con sé sintesi audio degli argomenti trattati nel libro cartaceo, video di conferenze, filmati di utilità didattica e tanto altro ancora.

Portfolio digitale
I portfolio raccolgono esempi di lavori prodotti dagli studenti che hanno la funzione di documentare gli avanzamenti nel processo di apprendimento. In particolare per portfolio digitale, o e-Portfolio, s’intende una raccoglitore digitale, con cui è possibile archiviare e pubblicare sul Web compiti, prove, informazioni, link, fotografie, video e tutto il materiale utile per attestare e accreditare il proprio patrimonio di conoscenze, abilità, competenze ed esperienze.

Social network, suggerimenti didattici
Con quest’espressione ci si riferisce, per metonimia, sia al contenitore sia al contenuto: per social network s’intende da un canto la piattaforma informatica che ospita e produce la rete sociale, dall’altro la rete sociale stessa. Il social network è infatti uno spazio di condivisione online, una sorta di piazza virtuale e virtualmente senza confini, dove ogni utente crea e gestisce il suo “luogo”, cioè costruisce la propria pagina di profilo con i suoi dati personali, interagisce con gli altri, entra in contatto con amici e amici di amici, stringe amicizia con altri utenti, scambia con loro informazioni, fotografie, documenti, video, link e altro ancora, ha la sensazione di appartenere ad una comunità, esprime le sue preferenze e coltiva i suoi interessi, fa dei commenti e li pubblica in una bacheca: in breve, intrattiene le sue relazioni in una dimensione virtuale che replica e imita le dinamiche sociali della vita reale.

Tra i social network più frequentati e popolari va certamente annoverato Facebook, creato nel 2004, da Mark Zuckerberg: Facebook è infatti il prototipo esemplare di tutta quella tipologia di reti sociali che mettono al centro “l’amicizia”, obbedendo ad una finalità puramente relazionale. Uno dei vantaggi di Facebbok è quello di proporsi come un “collettore” che permette di collegare e di scambiare informazioni e file provenienti da varie fonti, inserendoli in un’unica pagina di profilo. In questo senso Facebook può costituire un utile ambiente di apprendimento, che dà al docente la possibilità di sfruttare e combinare le funzionalità didattiche di diversi ambienti multimediali (come blog e wiki) per lavorare in modo collaborativo con gli studenti.

Accanto ai social network come Facebook, che mirano in primo luogo alla semplice produzione di socialità, ne esistono però altri che hanno un orientamento tematico e si basano sulla condivisione d’interessi specifici. In questo secondo gruppo rientrano tutte quelle piattaforme online, come YouTube (per la condivisone di video), Flickr (per la condivisione di fotografie), Anobii (per la condivisione di letture e recensione di libri), Linkedin (per la condivisone di profili professionali), che secondo alcuni studiosi andrebbero definite più propriamente social media. Ciascuna delle rete sociali che abbiamo citato può essere utilizzata con profitto nella pratica didattica. Particolarmente interessanti risultano YouTube e Anobii. YouTube permette di pubblicare, visualizzare e condividere dei video, molti dei quali hanno una indubbia spendibilità didattica (si pensi, tra l’altro, ai filmati provenienti dall’archivio storico dell’Istituto Luce o ai video che riproducono interviste a celebri scrittori, artisti, intellettuali); utilizzando Anobii, invece, la classe può costruire una propria pagina-“libreria”, in cui collocare i libri letti nel corso dell’anno scolastico o quelli selezionati dai singoli alunni. Il docente può quindi invitare gli studenti a scrivere delle recensioni ai volumi esposti nella “libreria” virtuale per pubblicarle online e metterle a disposizione della comunità dei lettori, condividendo così suggerimenti di lettura, commenti e valutazioni con gli altri utenti e le altre classi presenti sulla Rete.

Un servizio con caratteristiche proprie e originali è invece Twitter, che coniuga le funzionalità di un social network con quelle di un microblogging (cioè di una piattaforma per la pubblicazione in Rete di piccoli contenuti): Twitter mette a disposizione degli utenti una pagina personale, in cui pubblicare messaggi di testo brevi ed essenziali (non più di 140 caratteri), che possono essere inviati anche tramite sms e posta elettronica e vengono condivisi istantaneamente con tutti gli altri utenti della Rete o solo con la propria cerchia di amici. Il nome Twitter deriva dal verbo inglese “to tweet” che significa ‘cinguettare’ e il simbolo di questo social network è proprio un uccellino blu in volo: l’idea che si vuole suggerire è quella di un cinguettio inarrestabile che attraversa leggero e rapidissimo la Rete (non a caso i messaggi sono denominati “tweet”, cioè “cinguettii”). Uno dei punti di forza di Twitter è rappresentato dalla sua capacità di rendere veloce e democratica la circolazione delle notizie: un esempio di questa democratizzazione dell’informazione si è verificato nell’estate del 2009, quando il mondo ha appreso della rivolta popolare iraniana contro i brogli delle elezioni presidenziali tramite i messaggi pubblicati su questo social network, che di fatto hanno aggirato la censura del regime degli ayatollah. Il docente può utilizzare Twitter non solo per scambiare rapidamente informazioni con gli studenti, ma anche per proporre mirati esercizi di scrittura, ad esempio invitando la classe ad intervenire alla discussione su una tematica scelta esprimendo le proprie idee e i propri commenti in messaggi chiari ed efficaci che rispettino il limite di 140 caratteri assegnato per l’estensione del testo.

Uno strumento pensato specificamente per il mondo della scuola è Twieducate: questo servizio, permette agli insegnanti di creare una classe virtuale e scambiare messaggi, immagini e video soltanto con la ristretta cerchia composta dagli alunni che si sono registrati.

Videoconferenza e suggerimenti didattici
È una conferenza, basata sull’interazione sincrona di audio, video e dati, che permette a due o più partecipanti di comunicare e interagire, pur trovandosi in luoghi differenti. La videoconferenza è utilizzata nella didattica a distanza per far interagire in tempo reale il docente e gli studenti, che sono collegati contemporaneamente alla Rete. Inoltre molti sistemi di videoconferenza, come ad esempio Skype, consentono non solo di scambiare messaggi attraverso un servizio di chat, ma di disporre di uno spazio di lavoro virtuale, in cui i partecipanti possono condividere testi, immagini, tabelle, ecc.

Web 2.0
Questa locuzione, coniata nel 2003, definisce l’evoluzione del Web avvenuta negli ultimi anni, caratterizzata dal trionfo di un’architettura partecipativa, dalla dinamicità, dalla condivisione e dall’interazione: il passaggio dal Web 1.0 al Web 2.0 è stato scandito dal successo di Google e dalla proliferazione di social network, blog e wiki che si sono sostituiti ai vecchi siti statici.

Wiki, suggerimenti didattici
È uno strumento che consente ad una pluralità di utenti di lavorare in modo collaborativo su qualsiasi argomento attivando una pagina Web condivisa. Il Wiki più rinomato è l’enciclopedia online Wikipedia, disponibile in varie lingue. Dal momento che il contenuto di Wikipedia è modificabile da chiunque, le informazioni reperite in questa enciclopedia online vanno sempre incrociate e confrontate con quelle di altre fonti più autorevoli per verificarne l’attendibilità. In questo senso, un buon esercizio da proporre alla classe è quello di consultare il profilo di un grande scrittore ospitato su Wikipedia per controllare che le informazioni riportate siano corrette e per arricchire il testo originale con l’aggiunta di notizie ulteriori e dettagli significativi. Gli studenti sono chiamati a correggere e ad integrare la pagina Web sulla base delle proprie conoscenze letterarie. Questo semplice esercizio non solo consente di mettere alla prova le conoscenze degli alunni sull’argomento in questione, ma attiva le competenze trasversali e fa riflettere la classe sul rapporto contraddittorio che si stabilisce tra informazione e nuovi media: infatti le nuove tecnologie, favorendo un accesso interattivo e personalizzato all’informazione, possono anche finire con il disinformare, mettendo in circolo notizie false e infondate. Leggere criticamente ed, eventualmente, modificare il testo di Wikipedia permette infine di esercitare le capacità di scrittura, coinvolgendo la classe in un lavoro collaborativo: gli studenti devono cooperare e impegnarsi nella stesura di un testo coerente che nasca dalla rielaborazione delle idee condivise, emerse nel corso della riflessione e della discussione in aula. Non va poi dimenticato che il Wiki conserva traccia delle diverse versioni di uno stesso testo, che è stato via via ritoccato o trasformato: questa funzione ha il vantaggio di rendere trasparente il processo di scrittura in tutti i suoi snodi cruciali, dall’ideazione del testo alla sua stesura, dalla revisione alla pubblicazione sul Web. Si sviluppa così l’abilità di autovalutazione dello studente che può passare in rassegna le singole tappe del lavoro, riepilogando velocemente l’iter di apprendimento e di costruzione della conoscenza. Al di là dell’esercizio di verifica e di integrazione dei testi contenuti in Wikipedia, è possibile utilizzare didatticamente un Wiki in vari altri modi: ad esempio, è possibile realizzare un Wiki dedicato ad uno specifico argomento di studio o, più in generale, alle attività della classe. Va precisato che i Wiki consentono di svolgere le stesse attività praticabili anche attraverso l’uso dei blog, con una differenza sostanziale: mentre il Wiki presuppone un lavoro cooperativo che mette insieme una molteplicità di punti di vista e promuove la collaborazione all’interno di un gruppo, il blog riflette un punto di vista soggettivo e prevede la centralità dello scrivente. Questi è il solo a gestire i contenuti del blog; gli altri utenti si limitano ad intervenire nella discussione tramite i commenti. Per questa centralità della voce narrante, il blog è più facilmente governabile dal docente che qui può orientare la discussione concentrando l’attenzione degli studenti su un tema dominante, scelto da lui; viceversa il wiki garantisce una maggiore libertà alla classe, che può modificare qualsiasi elemento si trovi sulla pagina, trasformando via via il progetto di partenza.

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