HomeComunicato StampaDIPLOMATI MAGISTRALE: LO STATO DELLE COSE E LO SCENARIO FUTURO

DIPLOMATI MAGISTRALE: LO STATO DELLE COSE E LO SCENARIO FUTURO

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa a doppia firma: CUB SCUOLA ROMA E LAZIO e COORDINAMENTO NAZIONALE DIPLOMA MAGISTRALE

Come organizzazione sindacale, la Cub Scuola Roma e Lazio, consapevole della confusione e dell’incertezza che una situazione contrattuale e di sistema così complessa come quella scolastica attuale può generare nei docenti, intende offrire una breve riflessione a tutti i diplomati che si sono immessi o si stanno per immettere nelle graduatorie ad esaurimento.
Mentre l’attività legale tesa a difendere i diritti di inserimento in Gae dei diplomati magistrale non si ferma (diversi i ricorsi tesi ad ottenere l’ingresso in Gae, fra i quali quello rivolto al Consiglio di Stato, numero di affare 02183/2014, che ha appena emesso sentenza cautelare positiva)  sembra  opportuno cercare di chiarire lo scenario nel quale i docenti si vanno ad inserire. Innanzitutto preme ricordare che la situazione è in divenire, tutta da sperimentare ancora, e che è tristemente nota l’abitudine del governo di cambiare le regole in corso d’opera; motivo per cui le riflessioni prodotte dagli addetti ai lavori il più delle volte non possono far altro che fornire delle ipotesi che poi possono essere confermate o meno nell’applicazione pratica delle nuove disposizioni contenute nella legge 107.
La legge 107, ormai è risaputo, non mette soltanto mano alla riorganizzazione complessiva della scuola, ma ne scardina alcuni principi basilari, di modo che il sistema di organizzazione complessiva del sistema, la formazione dei docenti, il reclutamento, l’assunzione a tempo indeterminato, la mobilità e la contrattazione collettiva risultano ormai profondamente diverse rispetto a quelle cui eravamo abituati.
Chi si inserisce adesso nel sistema delle graduatorie ad esaurimento ed entra nella condizione di poter essere assunto a tempo indeterminato si trova a dover fare i conti con una situazione molto diversa rispetto a quella di prima; innanzitutto il docente, che nella maggiornaza dei casi ha una sentenza cautelare, deve compiere i passaggi burocratici necessari per poter formalmente e fattivamente essere inserito nella graduatoria che gli compete. I ricorsi sono stati in questi anni numerosi, alcuni rivolti al Giudice del Lavoro, altri al Tar, altri al Consiglio di Stato,e  gli esiti non sono per nulla univoci; mentre il Miur scandalosamente tace sulla questione limitandosi ad ottemperare solo se  costretto dai tribunali e non dà segni di voler prendere in mano la situazione, risolvendola nella maniera più opportuna per tutti, vale a dire a livello politico-istituzionale, i docenti si dibattono nell’incertezza dei risultati dei ricorsi, con un aggravio di spese da sostenere sia morali che economiche, e con molta amarezza visto che chi ha più fortuna viene immesso addirittura in ruolo, altri entrano in Gae solo con cautelare in attesa di merito, altri a parità di titolo si vedono negato l’accesso, altri ancora non avendo prodotto domanda in tempo utile si vedono esclusi da qualsiasi forma di accesso alle Gae e al ruolo. Non per ultimo, si verifica un singolare intasamento dei tribunali vista la mole di ricorsi che puntualmente partono non appena il Ministero dell’Istruzione emana decreti e leggi che ledono i diritti dei lavoratori, col risultato che i tempi di risposta si allungano. Qualora il docente dovesse essere immesso in ruolo, allora deve, nel più breve tempo possibile, scegliere una sede definitiva, ma si scontra col sistema degli ambiti e con le nuove regole della mobilità territoriale, che a parere dell’OO.SS. scrivente sono state pensate e scritte appositamente per scoraggiare la possibilità- e quindi l’insindacabile diritto- del lavoratore a spostarsi sul territorio nazionale scegliendo la sede più confacente ai suoi bisogni personali e familiari.
Il sistema di organizzazione territoriale è stato infatti stravolto con la legge 107; laddove fino all’anno scorso esistevano le province, adesso esistono gli ambiti, che hanno un’estensione minore rispetto alle province, ma non per questo presentano più vantaggi per il docente che chiede trasferimento o sede definitiva. Il sistema di organizzazione degli ambiti è ancora nebuloso, sappiamo che i docenti che vi rientrano, in special modo gli assunti entro il 2014 che hanno chiesto mobilità interprovinciale e tutti gli assunti con la legge 107, quindi nella fattispecie anche i diplomati titolari di sentenza cautelare o definitiva, rientrano in questa specie di territorio indefinito e aspettano di sapere, presumibilmente a breve, in base a quali criteri saranno scelti dai dirigenti scolastici previa valutazione del loro curriculum ed eventuale colloquio. Le istituzioni presenti all’interno dell’ambito territoriale devono poi costituire delle reti di scuole che di fatto sono il contenitore all’interno del quale i dirigenti scolastici “pescheranno” gli insegnanti da assumere con la chiamata diretta, e questo impone anche una flessibilità coatta dei docenti, che dovranno fare la spola fra le diverse scuole. Si ricorda che il docente “scelto” dal dirigente potrà accettare o meno l’offerta di contratto triennale e se una tale offerta non dovesse arrivare a causa dell’inerzia del dirigente stesso, l’Usr provvederà a conferire al docente un incarico con sede d’ufficio. La questione della sede è un altro tasto dolente, in quanto le  nuove regole sulla mobilità hanno previsto per l’anno 2016/2017 l’obbligo, che riteniamo assurdo e ingiusto, di fare domanda di assegnazione sede definitiva su tutto il territorio nazionale, ma solo per una determinata categoria di docenti, cioè quelli assunti in fase B e C da Gae, mentre quelli assunti sempre nelle stessi fasi ma da concorso hanno il blocco triennale nell’ambito di immissione, gli assunti entro il 2014 hanno potuto ordinare al preferenza delle sedi solo per il primo ambito, in un guazzabuglio di differenze fra lavoratori aventi pari titoli ma una propria fortuna – o sfortuna- personale, che risiede nel fatto di essere stati assunto in un anno o in una fase anzichè in un’altra. La legge 107 impone anche la trasformazione dei vecchi organici (di diritto e di fatto) nell’organico dell’autonomia, che  consentirà  al dirigente scolastico di spostare i docenti anche su cattedre di insegnamenti per i quali non sono abilitati, (cosa assurda visto che della necessità dell’abilitazione i vari Governi finora ne hanno sempre fatto vessillo!) e, molto verosimilmente, di poter assegnare gli incarichi di potenziamento a docenti che finora avevano lavorato su posto comune, o viceversa.
L’impressione che si ricava da questo complesso stato di cose è di una certa confusione generale, oltre che, e questo è un dato di fatto molto grave, di disparità di trattamento fra lavoratori che hanno parità di titolo e stessa tipologia di  contratto, stessi doveri ma non stessi diritti. Di contro, non si registrano a tutt’oggi provvedimenti che potrebbero tornare a favore di tutti i lavoratori della scuola, come ad esempio il rinnovo del contratto, il ripristino degli scatti, (sostituito dalla premialità ad personam) un aumento di salario dignitoso.
Insomma permane, a quasi un anno dall’effettiva applicazione della legge, che, lo ricordiamo, è stata approvata col sistema della fiducia, e che non ha tenuto conto delle proteste dei diretti interessati, l’impellente necessità di contrastare in ogni sede la legge 107 e le sue nefaste conseguenze. Cub Scuoal Roma e Lazio ritiene che, viste anche le scadenti prestazioni a tutela dei lavoratori offerte dei sindacati firmatari in occasione, giusto per fare un esempio, di contrattazione sulla mobilità, sarebbe forse opportuno ascoltare con attenzione le proposte del sindacato di base che, lontano dai giochi di potere, è rimasto l’unica organizzazione a cercare di salvaguardare in qualche modo le istanze dei lavoratori precari e non, ormai abbandonati dalle grandi sigle. Tali proposte riguardano il ritiro dei sanguinosi tagli alla scuola pubblica, la deviazione dei finanziamenti alla scuola privata verso quella pubblica, la risoluzione della questione dei diplomati magistrale per via politica, il ritiro della legge 107 e dei suoi meccanismi iniqui per tutte le categorie coinvolte, il rinnovo del contratto di categoria, l’ascolto serio delle parti in causa senza ricorso perenne al voto di fiducia.

CUB SCUOLA ROMA E LAZIO con COORDINAMENTO NAZIONALE DIPLOMA MAGISTRALE.

informazione scuola telegram

Informazione Scuola, le Ultime Notizie della Scuola in un click.

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE...

altre news