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IMMISSIONI IN RUOLO – Importati novità e un piano straordinario

Riportiamo dalla bacheca di Marco Rossi Doria.

Oggi – con l’approvazione del decreto d’urgenza del Governo, approntato dal Ministro Madia, d’accordo con la Presidenza del Consiglio, che apre la via a un piano straordinario di assunzioni di maestre ed educatrici precarie e intanto le tutela dalla perdita del lavoro – una lunga storia finisce bene.

In un Paese nel quale troppe volte ci sono e si raccontano storie che vanno male, questa che ha un esito positivo voglio ricordarla dal mio punto di osservazione di questi mesi.

Nel luglio 2015 mi hanno chiamato a fare l’assessore alla scuola al comune di Roma.

Migliaia di maestre stavano per perdere il lavoro, a Roma e in tanti comuni. Era in pericolo un lavoro prezioso come pochi: la cura continua dei bimbi e delle bimbe dei nidi e delle scuole d’infanzia comunali – luoghi decisivi per una città educativa, dove si incontrono tra loro migliaia e migliaia di bambini da ogni parte del mondo e genitori e attese, sentimenti, paure, speranze, apprendimento. Ogni giorno.
Luoghi affidati a maestre ed educatrici capaci ed appassionate e, però, spesso precarie e che, a differenza delle colleghe dello stato, non venivano tutelate dalla nuova legge 107 che stabilizza i docenti precari.

Molte cose da allora sono successe. Prima la tenace ed equilibrata mobilitazione delle maestre ed educatrici, l’impegno dei comuni italiani e del Governo e anche il mio lavoro di assessore della capitale con il maggior numero di precarie sono riusciti a ottenere una circolare, firmata dalla mia amica, il Ministro Marianna Madia – che, d’accordo con i Ministeri del Lavoro, dell’Economia e Finanza e dell’Istruzione – ha consentito ai primi di settembre del 2015 di salvare l’occupazione per l’anno educativo 2015/2016 con una deroga straordinaria all’esclusione dal lavoro di persone competenti che erano impegnate in nidi e scuole d’infanzia spesso da molti anni. Poi una mia delibera di indirizzo approvata dalla Giunta capitolina nell’ottobre 2015, anche grazie al prezioso lavoro dei dirigenti del comune di Roma, prospettava finalmente una stagione di stabili assunzioni.

Ma a queste speranze è seguita una serie di docce fredde. Con la fine della Giunta e la caduta della procedura prospettata dalla delibera, per le maestre e per il servizio nuovamente incombeva un periodo di grave precarietà. E questa minaccia riguardava migliaia di educatrici in ogni parte d’Italia che, di nuovo, si vedevano escluse dalla possibilità di un piano assunzionale giusto e ragionevole che vi era stato per collghi e colleghe dello stato.

Le maestre hanno continuato una tenace lotta. E tra loro, in particolare, una larga parte ha saputo coniugare la battaglia rivendicativa con l’opera accorta e indispensabile di dialogo con le istituzioni e di costruzione di vere soluzioni. Il migliore sindacato sa fare esattamente questo. In molti – deputati, consiglieri comunali e delle municipalità, sindaci di diversi comuni e municipi, assessori o ex tali come chi scrive, candidati a queste elezioni o semplici genitori e cittadini nonché funzionari competenti e sensibili nelle istituzioni capitoline e nei ministeri e esperti dell’ANCI – hanno supportato questo lavoro corale che ha trovato nel governo il decisivo punto di snodo. Fino al decreto di oggi.

E’ una vittoria sì della lotta; ma anche della capacità di negoziare e costruire alleanze autentiche e soluzioni credibili e sostenibili, giuridicamente e per i bilanci pubblici. Chi grida al risultato ottenuto solo grazie a una sigla o a un singolo gesto rivendicativo non mostra la complessità di una storia che ci insegna che si vince se lavoratrici informate e tenaci e loro rappresentanti, cittadini, istituzioni e competenze istituzionali sanno lavorare insieme, con sapienza, per trovare vere soluzioni.

Il nostro Paese ha un disperato bisogno di giuste e ragionevoli opere di riparazione in ogni aspetto della vita sociale e civile, che sappiano mettere insieme le forze sane, che ci sono e ridare speranza innovando le cose. Questa è uno dei casi nei quali questo bisogno ha prodotto un effettivo risultato. Grazie a noi tutti.

Ora il pericolo della perdita di lavoro è fermato da una norma della Repubblica. E può avviarsi una stagione straordinaria di assunzioni. Vanno individuate le risorse dei comuni per farlo. C’è tanto lavoro da fare ancora e ogni comune può, però, affrontarlo con la necessaria calma e con metodo, lavorando insieme alle educatrici e maestre che tengono aperti i luoghi dei nostri bambini.

Sono contento di avere poturo partecipare a questa buona storia. E auguro a tutte le amiche maestre ed educatrici mesi di buon lavoro per ultimare l’opera positivamente.

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