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Indagine – Le allegre spese del MIUR

di Fabio Luppino

Ma veramente serviva spendere sei milioni e mezzo di euro per organizzare l’orientamento scolastico dei ragazzi? Io scelgo, io studio ha chiamato la campagna il Miur. Seppur pochi, non è un po’ indelicato sborsare questi soldi appena dopo aver dimezzato i Fis, i fondi d’istituto, da cui i piani di offerta formativa, di cui una stampa orientata o nella migliore delle ipotesi distratta nella sua maggior parte nemmeno parla?

Insomma, con decine di migliaia di professori precari costretti a passare le feste senza stipendio perché non ci sarebbero i soldi o vengono erogati, non si sa perché, in ritardo il ministro Carrozza avrebbe fatto meglio a farsi notare per altro, per qualcosa di meglio, di vero più che per un’artificiosa propaganda. Tra le altre cose nelle scuole l’orientamento già si fa. Quando si va a vedere come Io scelgo, io studio non c’è proprio nulla di cui rallegrarsi. Tecnici e professionali sono definiti allo stesso modo, per i licei si mette in evidenza come sia stato potenziato lo studio della lingua straniera. Nel primo caso c’è una superficialità allarmante al cospetto dei sei virgola sei milioni di euro stanziati. Nel secondo caso si tende a mascherare i danni che sono stati arrecati alla scuola, ai licei, dalla cosiddetta riforma Gelmini. Prima, infatti, anche nei licei, di lingue straniere se ne potevano studiare due e il taglio della seconda mette l’Italia in mora rispetto ad una direttiva europea di qualche anno fa che impone lo studio di due lingue comunitarie. Carrozza segue la linea del maquillage, delle frasi ad effetto, preparando intanto ulteriori razionalizzazioni sempre in omaggio al bilancio e poco alla crescita culturale dei ragazzi, come le superiori a quattro anni oggi solo in via di sperimentazione.

Il taglio suddetto ai fondi di istituto accrescerà la differenza tra scuole e scuole a seconda di chi potrà pagare e chi no: offerta formativa ampia nelle scuole in cui ci sono famiglie che potranno permettersi di pagare un più alto contributo volontaio ma non obbligatorio, gli unici soldi liquidi che entrano nelle scuole sempre grazie a persone che hanno già pagato tasse per garantirsi l’istruzione pubblica. Tutte cose così evidenti ed elementari, costanti nel tempo, a tal punto che la politica non se ne accorge più. La scuola è roba vostra e degli illusi che ci credono. Io scelgo, io studio.

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