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La lettera della docente che fa rilevare al ministro gli errori delle prove INVALSI

Egregio Signor Ministro, sono un’insegnante di Lettere, quest’anno impegnata negli esami di terza media: di conseguenza, ho somministrato e corretto le Prove Invalsi. Non voglio dilungarmi sull’inutilità e sulla stoltezza di tali prove; mi limiterò a dirLe che la valutazione di un ragazzino di tredici anni è un’operazione complessa che non può ridursi ad un mero calcolo matematico e, in particolar modo, l’Italiano non può essere impoverito con un quiz a risposta chiusa.
In questa sede voglio invece soffermarmi su alcuni imperdonabili errori riscontrati nelle prove e nella griglia per la correzione:

1) L’esercizio D1b recita: Non ti preoccupare, ………………. detto io a Francesco che domani non vieni.
I ragazzi erano chiamati a completare con una delle seguenti opzioni: glielo, gliel’ho, glielò. Il periodo “corretto” risulterebbe quindi: Non ti preoccupare, gliel’ho detto io a Francesco che domani non vieni. Tale periodo è completamente errato: la presenza di un doppio complemento di termine (gli e a Francesco) nella stessa frase nonché di un complemento oggetto (il pronome lo) che anticipa la proposizione oggettiva (che domani non vieni) sono errori gravi, di quelli che si segnano con la matita blu.

2) Nell’esercizio D10, nella colonna “affermazioni”, leggiamo: Non è successo ma poteva succedere; la consecutio temporum avrebbe invece previsto: non è successo ma sarebbe potuto succedere.

3) Nella griglia di correzione per la domanda A22 vengono proposti alcuni esempi di risposte corrette, uno dei quali recita: l’uomo viene ucciso per prendere il brillante. In questo caso non è accettabile che la proposizione subordinata finale sia nella forma implicita, non avendo essa lo stesso soggetto della principale (l’uomo viene ucciso – i ladri prendono il brillante).

Egregio Ministro, mi permetta di sottolineare il fatto che chi si erge a valutatore dovrebbe almeno conoscere in maniera impeccabile le regole della lingua italiana. Le consiglio, quindi, di scegliere con più accortezza i Suoi collaboratori e di controllare con maggior attenzione le prove da somministrare agli studenti, o di farle leggere a persone competenti in materia.

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