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Milano – Pugno duro verso chi insulta i proff. su Facebook

Parte da Milano la linea dura contro gli insulti via web ai docenti. L’iniziativa dell’istituto magistrale Gaetana Agnesi sugli alunni beccati a offendere i professori via Facebook sta prendendo piede: voto in condotta basso come risposta agli insulti o semplicemente a un «mi piace» a commenti particolarmente spiacevoli riferiti ai propri professori sul famosissimo social network fondato da Mark Zuckerberg. Voto, quello della condotta, che fa media e che quindi in alcuni casi può rivelarsi determinante per la bocciatura o meno degli alunni. «Non parliamo però di un cinque in condotta», ha rivelato un docente: non ci sarà quindi una bocciatura assicurata, ma in questo modo viene data continuità a quel percorso tracciato dal dirigente scolastico che già tempo fa sottolineò la gravità e la necessità di intervenire su episodi offensivi che nell’ultimo anno si sono ripetuti con una frequenza sempre maggiore. Saranno comunque i consigli di classe a valutare caso per caso. Nello scorso mese di marzo, sempre nell’istituto meneghino, una ragazza si era «consegnata» di spontanea volontà al preside autodenunciando alcune offese da lei rivolte a professori e compagni di classe. Punizione esemplare in quel caso con la giovane sospesa per otto giorni. E proprio per provare a ridurre accadimenti del genere il preside dell’Agnesi Giovanni Gaglio nei mesi scorsi ha anche organizzato una serie di corsi sul corretto utilizzo dei social network. Il fenomeno è dilagato con la nascita dei cosiddetti siti «spotted», pagine web create su Facebook, dove l’amministratore è anonimo mentre i destinatari dei messaggi sono facilmente riconoscibili grazie all’indicazione
della classe, della sezione e delle iniziali del nome. Pagine che nascono per il gossip scolastico, ma che spesso si trasformano in schermate per mettere alla gogna professori e studenti. Una modalità importata da oltremanica e che ora si è diffusa soprattutto a Milano: anche al liceo Virgilio sono piovute sospensioni con le medesime motivazioni. Quella dell’insulto on line è una pratica consolidata ormai da anni, nota anche come cyberbullismo. Cinque i liceali sospesi quest’anno a Monticello Brianza (Lecco), mentre è dello scorso anno la decisione di una professoressa, nel teramano, di denunciare tre sue alunne, che si erano vendicate di lei (rea di aver bocciato una delle tre, ndr) insultandola duramente in rete. E si potrebbe continuare con una lista infinita di denunce che quotidianamente giungono alla Polizia Postale. Tutti episodi che sottolineano, oggi più di ieri, l’urgenza di un’educazione all’utilizzo dei social network.

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