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Mozione da votare al Collegio dei Docenti per dire no alle nuove indicazioni sui BES

Pubblichiamo un modello di mozione per opporsi ai “nuovi” BES (Bisogni Educativi Speciali)

Mozione Collegio docenti del …………………………….
sulle ultime indicazioni ministeriali inerenti i Bisogni Educativi Speciali

Il Collegio dei docenti dell’…………………………………………………………di ……………esprime una valutazione negativa rispetto ai contenuti della Direttiva Ministeriale del 27/12/2012 “Strumenti d’intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica” e della successiva circolare del 6/3/2013. Consideriamo l’estensione di misure previste da leggi precise (la legge 170/2010 sui disturbi specifici di apprendimento) a una platea vastissima di studenti, per via burocratica e con numerosi punti oscuri, la premessa di una situazione confusa e contraddittoria, di dubbia legittimità che con tutta probabilità sarà fonte inesauribile di contenziosi.

L’esperienza inglese del riconoscimento dei BES, abbinato a un Sistema di Valutazione Nazionale in funzione del quale le risorse vengono assegnate solo a chi raggiunge alti standard, è considerato attualmente un errore gigantesco perché la categorizzazione ha condotto le scuole a certificare troppi BES per giustificare una valutazione di livello non sempre soddisfacente. Pensiamo che inclusione e risultati scolastici debbano lavorare insieme per scongiurare un abbassamento dei livelli di apprendimento. Inoltre, il mero riconoscimento burocratico dei BES, ai quali le scuole saranno chiamate a sopperire con interventi uniformi, in piena contraddizione con la richiesta di una sempre maggiore personalizzazione della didattica, è fortemente aggravato dall’assenza di una chiara volontà di farsi carico dell’aumento del 25% di problematicità e criticità riscontrate nelle nostre scuole; svantaggi di diversa natura che necessiterebbero, invece, di un aumento sensibile delle risorse umane e degli investimenti. Come è possibile realizzare inclusione scolastica di qualità quando si è costretti a lavorare in aule sovraffollate, in scuole prive di mezzi, in assenza di risorse economiche adeguate per l’attivazione di mediatori culturali, corsi di L2, progetti contro la dispersione scolastica e quanto altro?

A fronte di un carico di lavoro sempre più oneroso che ogni insegnante si troverà ad affrontare soprattutto in assenza di docenti specializzati per il sostegno, in assenza di qualunque riconoscimento dei nuovi compiti imposti, senza percorsi formativi totalmente gratuiti e realmente calibrati sui BES, denunciamo come questi atti ministeriali tendano a precostituire le condizioni della liquidazione del modello d’integrazione proprio della scuola italiana e in particolare della figura dell’insegnante di sostegno la cui assegnazione passa attraverso il riconoscimento della legge 104/1992 in quanto, come molti esperti del settore paventano, le famiglie degli alunni che presentano disabilità non fisiche o lievi potrebbero essere così indotte a richiedere alle scuole il riconoscimento del bisogno educativo speciale del proprio figlio piuttosto che intraprendere la strada della certificazione medico-specialistica, rinunciando in questo modo anche agli altri benefici previsti dalla legge 104/1992.

Nella scuola italiana occorre avviare una analisi seria dei fattori contestuali così come indica l’ICF (International Cassification of Functioning) e delle modalità attraverso le quali si progetta l’inclusione pensando a tutti quegli investimenti utili per una corretta personalizzazione degli interventi didattico-educativi. Riteniamo, inoltre, che per ridurre lo svantaggio e intervenire in modo appropriato rispondendo alle esigenze di tutti gli studenti sia necessario il rispetto e il rafforzamento della normativa sul tetto massimo di 20 alunni per classe e la modifica del DPR 81/09 che ha abrogato la Legge 144/99 nella quale era previsto un limite al numero degli alunni certificati per ogni classe perché in classi numerose e in presenza di tante situazioni di svantaggio è impossibile riuscire a rispondere ai bisogni educativi specifici di tutti gli studenti.

I Governi di tutti i colori finora, per quel che riguarda la scuola statale, hanno basato la loro politica sul contenimento della spesa, mascherandola a volte – come in questo caso – con autorevoli quanto fuorvianti teorie pedagogiche. Le indicazioni sui BES, così come sono stati concepiti dal MIUR e a costo zero, rappresentano il “cavallo di troia” per lo smantellamento del sostegno (11 mila solo il prossimo anno), come fase ulteriore della politica di tagli e di privatizzazione della scuola pubblica. Il traguardo del modello di inclusione realizzato nel nostro paese è ancora di riferimento per i tanti  docenti di altre nazioni che vengono in Italia per imparare dal nostro modello esempio di inclusione scolastica che si realizza non dall’esterno (potenziando l’intervento dei Centri territoriali di inclusione che dovrebbero, secondo le ultime direttive, sopperire alla mancanza dei docenti di sostegno nelle classi in cui sono presenti studenti con bisogni educativi speciali) ma, come ha sostenuto il prof. Luigi D’Alonzo, solo quando tutti i docenti “respirano la polvere delle aule”. Il taglio dei posti sul sostegno attraverso i BES inoltre sarà il banco di prova di un altro strumento utilissimo alla “razionalizzazione” dell’organico, ovvero l’organico funzionale su “reti di scuola” che, creerà “cattedre spezzatino” sparse in tutta la provincia  tagliando altri posti di lavoro per i precari e creando figure di insegnanti jolly che viaggeranno da una scuola all’altra, così come potrebbe accadere agli insegnanti di sostegno di ruolo che – nella prospettiva dei BES – saranno legati ai Centri territoriali piuttosto che alle singole scuole, com’è attualmente.
Riteniamo necessario, invece, rilanciare l’integrazione delle persone con disabilità nella scuola ponendo fine alla stagione dei tagli e risolvendo il problema del precariato, particolarmente diffuso tra gli insegnati di sostegno.

Chiediamo, pertanto, che il Ministero emani nuove disposizioni a correzione delle scelte assunte che negli ultimi mesi sono state fortemente messe in discussione dalle associazioni dei disabili, dai docenti di sostegno e curricolari, dagli avvocati e dalle famiglie degli studenti disabili.

Il presente documento viene condiviso con le famiglie, affisso all’albo e pubblicato sul sito della scuola.

I docenti dell’………………….

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