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Potenziamento o demansionamento? Il caso del prof di Filosofia di Torino

 

Il potenziamento che per magia diventa demansionamento, dopo la denuncia del prof di Torino su Repubblica ne parlano tutti, in realtà i docenti che contestavano la legge 107/15 lo avevano predetto in fase di approvazione della legge. Restarono inascoltati.

Il potenziamento si trasforma in demansionamento

Potenziamento o demansionamento? Il caso del prof di Filosofia di Torino

Il professore di Filosofia di Torino nell’intervista rilasciata a Repubblica ha sottolineato che nell’ex scuola di titolarità (un liceo di Biella n.d.r.) aveva la sua cattedra e per ben 9 anni tutte le mattine entrava in classe e insegnava ai suoi discenti.

I guai sono arrivati quando ha deciso di cambiare provincia nella speranza di trovare nuovi stimoli trasferendosi in una realtà ben più grande di Biella quale è quella di Torino.

Il professore non aveva tenuto conto dell’organico di potenziamento

Il trasferimento lo ha ottenuto, ma nel frattempo era già in vigore la legge 107/15 che in maniera del tutto scriteriata cercava di sanare (dopo la condanna dell’UE) una situazione ormai esplosiva inventandosi così il “potenziamento“, ovvero l’organico dell’autonomia a sostegno della didattica.

Nell’organico di potenziamento spesso sono stati assunti docenti che poco o nulla avevano a che fare con le discipline che caratterizzavano gli indirizzi di scuola di destinazione.

L’organico di potenziamento diventa un fallimento

Peccato che l’organico di potenziamento in realtà in quasi tutte le istituzioni scolastiche si sia trasformato in organico di “tappabuchi” demansionando drasticamente la professione dei docenti e certificando il fallimento sia dell’organico di potenziamento, ma anche della stessa autonomia scolastica voluta (forse in maniera forzata e calata dall’alto) dal precedente governo Renzi.

I docenti tappabuchi, così come ha descritto il professore di Torino, sono costretti a restare a disposizione a scuola in attesa che venga loro assegnata una supplenza.

La stessa situazione la vivono i docenti soprannumerari a causa dei tagli della riforma Gelmini.

La nostra Redazione riceve centinaia di e-mail che descrivono situazioni come quella del professore di Filosofia di Torino che – ricordiamolo – è alla disperata ricerca della sua collocazione professionale e della sua dignità di docente.

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