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Scuola dell’Infazia dai 0 ai 6 anni – Il governo ci porterĂ  indietro di decenni

La buona scuola è stata venduta come “immissioni in ruolo” dei precari in modo che l’opinione pubblica non capisse il perchè delle proteste della scuola, ma in realtĂ  quella legge, per alcuni maledettissima legge, non è altro che una legge delega. Il governo con decreto andrĂ  a riformare pezzi importantissimi dell’Istruzione, probabilmente stravolgendoli, così come vuole fare con la scuola dell’Infanzia. Si vuole creare un percorso unico che va dai nidi, dunque da zero anni, ai sei anni. A tal proposito la UIL Scuola denuncia, nel comunicato che segue, che si ritornerĂ  indietro di decenni e si metteranno in pericolo gli stessi principi pedagogici, ecco perchè piuttosto chiede una riqualificazione della scuola dell’Infanzia
La Redazione

Incontro al ministero questa mattina sul sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita ai sei anni. In apertura della riunione, il Capo dipartimento, De Pasquale e l’ispettrice, Silvestro, hanno presentato le finalitĂ  generali e gli obiettivi della delega che intende, tra i vari obbiettivi, ricondurre ad unitĂ  la pluralitĂ  di leggi, regolamenti che operano a livello regionale, locale e nazionale tali da differenziare le tipologie di servizio, i requisiti del personale, la formazione di accesso ed in sevizio, il raccordo organizzativo.

La UIL Scuola ha evidenziato le seguenti questioni:

qualsiasi intervento sul  sistema integrato deve essere realizzato nel rispetto della qualitĂ  pedagogica e didattica e della unitarietĂ  del sistema dell’istruzione che ricomprende, a pieno titolo, la scuola dell’infanzia nella sua piena identitĂ  e specificitĂ  ordinamentale.
Gli elementi che attribuiscono pieno riconoscimento alla scuola dell’infanzia sono:
le indicazioni nazionali, la diffusione degli istituti comprensivi, la  contrattualizzazione degli insegnanti nel comparto scuola, i titoli accademici necessari per accedere al profilo professionale, parimenti agli altri segmenti dell’istruzione.
L’obiettivo Europa 2020 fissa al 33% la copertura dei servizi educativi per l’infanzia.
Nel caso italiano  siamo in una situazione già molto positiva,  connotata già per il 3/6 dalla frequenza da parte di 93% dei bambini, nel sistema pubblico integrato.
Ăˆ l’Europa, in questo caso che dovrebbe adeguarsi alla situazione italiana, spetta a noi invece mantenere gli eccellenti standard di qualitĂ  finora garantiti nel settore.
Tutto ciĂ² che in termini di coordinamento, raccordo qualificazione è stato fin qui sperimentato per qualificare l’offerta dei servizi educativi, deve essere tenuto a riferimento in termini di organizzazione e qualitĂ .  Qualificazione e valorizzazione del personale sono coincidenti con i bisogni educativi.
La costituzione del sistema integrato dei servizi non puĂ² realizzarsi, a fronte dell’assenza di ogni copertura finanziaria fissata per l’attuazione della delega, attraverso un trasferimento del personale iscritto nelle graduatorie ad esaurimento del personale docente nel sistema dei servizi per lo 0/3.
Per la UIL Scuola ogni ambiguitĂ  tra il  diritto all’assunzione in ruolo di tale personale e la possibilitĂ  di un suo utilizzo in settori diversi da quelli per cui ha maturato il diritto deve essere superata. Occorre dare certezze a questo personale nella fase di assegnazione alle scuole dell’organico di potenziamento, prevista per il prossimo anno scolastico.
La delega prevede che nel sistema del servizio per lo 0/6 sia istituita una quota di cofinanziamento da parte dello Stato, delle Regioni, degli Enti locali e delle famiglie, per l’erogazione. ĂˆÂ  evidente che ciĂ²Â  a cui gratuitamente finora le famiglie hanno avuto accesso nella scuola dell’infanzia non puĂ² diventare a pagamento, in barba al principio, dichiarato dalla legge stessa, per cui i servizi educativi per l’infanzia e per la scuola dell’infanzia vanno  esclusi dai quelli a domanda individuale.

La UIL ha posto inoltre l’esigenza di trasformare i tavoli tecnici in sedi decisionali nelle quali assumere orientamenti condivisi che incidano concretamente sulle scelte per apportare i necessari correttivi alla legge.

Per la UIL le questioni attinenti i profili professionali, l’organizzazione del lavoro delle diverse tipologie di personale, dovranno essere assunte in sede di confronto contrattuale. A tale fine la UIL, insieme alle altre organizzazioni,  ha chiesto che il confronto di merito possa proseguire per i successivi stadi di approfondimento delle diverse questioni attinenti il complessivo percorso di attuazione delle deleghe.

All’incontro ha preso parte Noemi Ranieri.

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