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SCUOLA – IMPORTANTE RESOCONTO DEL TAVOLO DI LAVORO PD 19/11/2015

Il giorno 19 novembre 2015 il Partito Democratico ha indetto un tavolo di lavoro sulla Scuola, invitando chiunque fosse interessato, dagli “addetti ai lavori”,alle associazioni, ai sindacati, a partecipare per discutere del futuro della scuola italiana e in particolare della riforma che prenderà il via tra poco tempo.
Per la CUB SCUOLA UNIVERSITA’ E RICERCA ROMA E LAZIO hanno partecipato Filomena Vassallo, responsabile regionale, e Giuseppina Sapone. Dopo il benvenuto della senatrice Francesca Puglisi e l’intervento di Luigi Berlinguer e Giancarlo Cerini, i partecipanti si sono spostati nei diversi laboratori che riguardavano altrettanti aspetti della riforma:
formazione iniziale e reclutamento degli insegnanti e loro formazione in servizio; inclusione degli studenti con disabilità; revisione dei percorsi di istruzione professionale e attuazione dell’alternanza scuola lavoro;  sistema integrato di educazione e istruzione 0-6 anni: diritto allo Studio, definizione dei livelli essenziali e Carta dello Studente; promozione e diffusione della cultura umanistica; valutazione e certificazione delle competenze degli studenti e revisione degli esami di Stato.
Al tavolo sull’inclusione, presieduto dalla dott. Ssa Laura Leoni, collaboratrice del sottosegretario del Miur Faraone, e dalla dott.ssa Laura Coccia, membro della Commissione Cultura della Camera, erano presenti diversi Dirigenti Scolastici, tre  rappresentanze sindacali (per la CUB Giuseppina Sapone, UIL e ANIEF), diversi rappresentanti di Associazioni Studenti Disabili, alcuni responsabili regionali PD settore scuola e altrettanti docenti di ogni ordine e grado. Si è discusso delle famigerate deleghe in bianco e delle proposte inerenti la futura formazione degli insegnanti che vogliono specializzarsi sul sostegno. E’ stata analizzata la  proposta di  due importanti associazioni  nazionali inerenti la disabilità, (la “FISH” e la “FAND”) che vorrebbero imporre ai futuri insegnanti un percorso universitario a ciclo unico per poter poi insegnare attività per il sostegno. La proposta è osteggiata da alcuni, approvata da altri. Ogni membro del tavolo di lavoro ha esposto le sue perplessità e proposte, soprattutto riguardo la paventata ipotesi di blocco lungo del passaggio da sostegno a classe comune o di concorso. I rappresentanti del Pd hanno rassicurato i presenti dichiarando che non vi è volontà di impedire ai docenti di sostegno di poter transitare alle classi di concorso desiderate, e che non si intende “medicalizzare” la figura del docente, come si vocifera da tempo. Alcune richieste da parte dei presenti: adeguare le certificazioni di disabilità omologandole su tutto il territorio nazionale, ponendo particolare attenzione alla corretta stesura del Profilo Dinamico Funzionale, stringere migliori e più proficui accordi con altri Ministeri per agevolare il lavoro di raccordo, imporre  alle ASL una presenza più tangibile nei lavori di scambio con le istituzioni scolastiche, bloccare le specializzazioni sulle attività per il sostegno acquisite in maniera non consona  nei Paesi esteri, proporre nuovi percorsi specializzanti per tutti i docenti che hanno avuto esperienza nel sostegno a spese del datore di lavoro (lo Stato) nelle strutture scolastiche e non più nelle università. Inoltre, è stata analizzata la proposta di creare le cosiddette “cattedre miste”, vale a dire cattedre con la maggioranza delle ore da spendere su classe comune o materia e una parte su sostegno, un pò per frenare la corsa al passaggio da sostegno a materia, un pò per imporre ancora di più l’idea che il docente di sostegno è contitolare della classe e deve saper costruire percorsi inclusivi per ciascun allievo, sia esso disabile o no. Per finire è stata discussa la questione delle cosiddette “ore di copertura” dell’allievo disabile, che sempre più spesso vengono reintegrate nella loro totalità attraverso dei ricorsi portati avanti nei tribunali dai genitori degli alunni con disabilità; la volontà politica sembra essere quella di trovare il modo di poter arginare i suddetti ricorsi attraverso una serie di interventi mirati a limitare la presenza in classe del docente per le attività di sostegno e contemporaneamente a formare obbligatoriamente tutti i docenti curricolari sulle tematiche inerenti la disabilità.  La Cub Scuola, nello specifico, ha ribadito, trovando opposizione e levata di scudi quasi unanime, che l’affiancamento del docente per le attività di sostegno è un diritto costituzionalmente garantito all’allievo disabile, facendosi forte dell’articolo 3 della Costituzione che impone allo Stato di eliminare qualsiasi barriera alla completa formazione di tutti i cittadini e in special modo dei disabili, e che, come più volte affermato dai Tribunali, esso non può venire a mancare per una questione di risparmio economico. Da tutte e tre le rappresentanze sindacali si è levata infine la richiesta di assunzioni dei colleghi precari rimasti esclusi dal piano di assunzioni della Buona Scuola.
Filomena Vassallo ha  partecipato al tavolo riguardante la riforma comunemente conosciuta come ‘’0/6’’ che mirerebbe ad accorpare i servizi all’infanzia creando un percorso continuativo tra l’asilo nido e la scuola dell’infanzia. Il tavolo è stato molto partecipato, e sono venute fuori non poche criticità; prima fra tutte, la modalità di  intendere ed attuare tale percorso. Allo stato attuale, infatti, gli asili nidi fanno parte del settore sociale, invece la scuola dell’ infanzia rientra nel settore scuola e questa discrepanza crea  problemi economici, strutturali , didattici e, ultimi ma  non meno importanti,  problemi relativi al reclutamento del personale.  Il tavolo, gestito  dalla senatrice Puglisi, si è concluso con la promessa di un ulteriore futuro spazio di discussione, in quanto la situazione è molto complessa. La stessa senatrice, infatti ha ammesso le pecche della Legge 107 riguardante gli insegnanti della scuola infanzia il cui destino è piu che mai incerto.
Successivamente la responsabile regionale della CUB ha partecipato al tavolo concernente il reclutamento , altra questione spinosa che è venuta fuori in tutta la sua difficoltà. Da tavolo è risultato l’intento di modificare in toto il Testo Unico sulla scuola e produrre un testo che ignori il passato della nostra  storia scolastica, normativamente parlando.  Per la scuola secondaria è prevista l’intenzione di costituire dei percorsi di laurea che consentano l’accesso ad una classe di concorso previo conseguimento di  ulteriori 24 Crediti Formativi Universitari  post lauream, e poi di acquisire il ruolo partecipando ai futuri concorsi a cattedra. L’onorevole Ghizzoni, che presiedeva il tavolo, ha specificato che dal momento della piena entrata in vigore  della riforma, non si dovrà parlare più di abilitazione, perchè tale concetto deve essere superato, essendo insito nel percorso formativo universitario.  La delega prevederebbe che dopo aver superato il concorso a cattedra, l’aspirante docente dovrà formarsi sul campo attraverso 3 anni di tirocinio. A questo punto pare non chiaro il contratto che avrebbero questi aspiranti docenti, visto che dopo il superamento di un concorso dovrebbero fare un triennio di ‘’stage’’  a costo zero per l’amministrazione.  Il tavolo ha discusso solo marginalmente della situazione attuale degli insegnanti precari grazie all’intervento dei sindacalisti presenti,  CUB e UIL ; sull’argomento l’on. Ghizzoni ha promesso un ulteriore spazio di discussione e condivisione a data da destinarsi. Ha chiuso i lavori il Sottosegretario all’Istruzione Faraone.

CUB

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