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Si fanno i conti e si scopre che la buona scuola ha portato nuovi tagli

Ma come – si chiederà l’ uomo della strada – hanno assunto migliaia di precari e voi scrivete che la buona scuola ha tagliato? Ebbene sì caro lettore. La legge 107 ha ridotto gli organici, affollerà le classi e peggiorerà la qualità dell’istruzione in Italia. Lei ha figli in età scolare? Ha nipoti? Ebbene se non è Renzi che può permettersi l’istruzione privata per i suoi pargoli dovrà fare i conti con i tagli. Se ne è accorta anche la stampa che ha evidenziato come nella provincia Granda, in Piemonte, la qualità della scuola peggiorerà. Legga cosa scrivono…
La riforma della Buona Scuola sta mettendo in difficoltà gli istituti della Granda, al lavoro in pieno agosto fra incertezze, ritardi, affanni. Molto critici i sindacati sulle novità introdotte dal Governo: dalla chiamata diretta dei prof da parte dei dirigenti ai nuovi ambiti territoriali (4 nella Granda: le zone di Cuneo, Alba, Saluzzo e Mondovì), fino al concorsone per 10 mila docenti piemontesi, che si concluderà nelle prossime settimane, con bocciature fino al 70% per alcune materie.
Primo problema: la scarsità di organico di fatto, comunicata dal ministero all’Ufficio scolastico regionale la scorsa settimana. In Piemonte mancano quest’anno 553 insegnanti, oltre 80 solo nella Granda, di ogni ordine e grado. Le scuole cuneesi avevano chiesto, in base alle norme, 200 docenti extra: da Roma ne sono stati assegnati 120. Una situazione ancora più grave dello scorso anno, tanto che l’assessore regionale Gianna Pentenero ha scritto al ministro all’Istruzione Giannini. Ha spiegato: «Il ministero, nel calcolare il fabbisogno di docenti, non ha contato oltre 1.500 alunni piemontesi. Senza nuove assegnazioni ci saranno situazioni assolutamente ingestibili. Di difficile comprensione per i genitori e l’opinione pubblica».

CLASSI AFFOLLATE
Da classi affollate da 30 alunni e pluriclassi con 20 ragazzi, fino al problema endemico degli insegnanti di sostegno, che per legge garantiscono l’integrazione degli alunni diversamente abili.

BONUS AI DOCENTI
Altra questione: in questi giorni i dirigenti stanno ragionando su come assegnare un bonus premiale a docenti e collaboratori. Importi complessivi tra 15 e 30 mila euro per ognuno dei 90 istituti della Granda, da suddividere: soldi che saranno assegnanti entro fine mese, da non confondere con il bonus da 500 euro per l’aggiornamento culturale, dato la prima volta a ottobre a tutti i docenti. E che tornerà a ottobre.
Infine, la vicenda del concorsone iniziato alcuni mesi fa per 10 mila insegnanti piemontesi, tutti già abilitati con percorsi universitari (Tfa e Pass). In alcuni casi i tassi di bocciatura superano il 70%, dall’inglese al sostegno. Ci saranno problemi a settembre per trovare insegnanti di ruolo e si dovrà ricorrere alle supplenze. Ad esempio, la classe di concorso relativa agli insegnanti sostegno alle Elementari: 333 partecipanti per 378 posti in Piemonte. Ma gli ammessi all’orale sono solo 130 e altri saranno bocciati.

«INIQUITÀ E RITARDI»
Le critiche dei sindacati. Daniela Bedino, Slc Cgil: «La legge 107 della Buona Scuola ha creato iniquità e ritardi. Ci saranno problemi a garantire la sicurezza per classi troppo numerose o se c’è qualche diversamente abile da inserire. Non parlo di qualità della didattica, ma solo di rispettare la legge. Il bonus premiale? La distribuzione deve essere contrattata, perché non esiste lavoratore, statale o privato, che veda un pezzo di stipendio elargito senza una forma contrattuale certa».
Attilio Varengo, Cisl Scuola: «Le rassicurazioni da Roma dopo le riduzioni di organico della scorsa estate sono servite a nulla: i tagli per personale tecnico e docenti sono ancora più pesanti del 2015. Il concorsone? Le scuole chiameranno come supplenti gli stessi docenti bocciati. Prima a questo punto dell’anno si sapeva chi aveva una sede. Ora è il caos. I nostri uffici sono pieni di persone che rientrano dalle ferie per avere certezze su sedi, chiamata diretta, utilizzi». Graziella Dogliani, Snals: «Molte incertezze, ad esempio: non si conoscono i criteri per cui qualcuno è stato trasferito, anche se con punteggi molto alti. Il ministero non ha voluto accogliere l’appello di aspettare un anno prima di queste novità. E ora c’è troppa confusione».

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