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Tagli al sostegno – Famiglie in rivolta


Il primo grattacapo per il ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza arriva dalla questione dei docenti di sostegno. A fine anno aveva fatto discutere la direttiva ministeriale emanata dall’allora ministro Profumo che forniva indicazioni operative e strumenti d’intervento per gli alunni con Bes (bisogni educativi speciali) seguita dalla circolare esplicativa n. 8 del 6 marzo 2013. Questa normativa si inseriva in un quadro di continui tagli al personale di sostegno sui quali in passato si era espressa anche la Corte Costituzionale dichiarando illegittima la norma che poneva un limite per le cattedre in deroga. A titolo d’esempio nelle scuole elementari di Roma e provincia gli alunni diversamente abili iscritti all’anno scolastico 2013-14 saranno 7.302, i docenti di sostegno 1.989, con un rapporto di un insegnante ogni 4 alunni. L’attuale titolare del Miur ha deciso di rimettere mano alla direttiva. Se applicata, gli insegnanti di sostegno specializzati (cioè quelli che hanno seguito corsi mirati) potrebbero essere assegnati solo agli alunni con disabilità gravi. Nella categoria dei Bes rientrano i Dsa (disturbi specifici di apprendimento), gli stranieri e chi proviene da situazioni familiari e sociali svantaggiate. Il docente di sostegno sarà chiamato ad intervenire solo nell’ipotesi di una disabilità legata ad una menomazione che crea handicap. La paura degli insegnanti di sostegno è di non essere dunque più necessari perché sostituiti dai docenti curricolari, non specializzati. Lo stesso timore delle associazioni dei genitori che leggono il rischio che i bambini certificati come «lievi» rimangano senza sostegno, per di più in classi di 30 alunni dove è già difficile per l’insegante curricolare prestare la dovuta attenzione a ognuno. L’associazione Genitori Tosti, formata da persone che hanno figli con disabilità, ha già scritto una lettera al Ministro: «Ricordiamo scrivono che l’inserimento scolastico rappresenta il principio della partecipazione alla vita sociale di ogni bambino, in difficoltà o meno. La direttiva del dicembre 2012 rappresenta l’ennesimo episodio di gestione poco oculata della scuola pubblica, con particolare gravità essendo coinvolta una platea di persone che sommano ad una condizione complessa un delicato momento della propria crescita». Ieri un presidio di insegnanti precari e genitori si è svolto sotto il Ministero di viale Trastevere. Il 19 giugno scorso, invece, il Comitato Docenti di Sostegno Precari si era dati appuntamento a Torino: «Come genitori e docenti avevano dichiarato siamo preoccupati per questi interventi che mettono in discussione il diritto allo studio dei figli-alunni in situazione di handicap». Parla di «tentativi continui di destabilizzare la scuola pubblica» il Ciis (Coordinamento Italiano Inseganti sostegno) mentre uno dei sindacati di categoria, l’Anief, avvisa Viale Trastevere: «non è possibile utilizzare la nuova normativa sui Bes per operare un taglio di 11mila docenti. Affidare un ragazzo con problemi di apprendimento, seppure non gravi, ad un insegnante non specializzato comporta un’operazione illegittima che i genitori possono facilmente impugnare». La Flc Cgil ha invece chiesto un tavolo urgente al ministro. «La riforma dei Bes in teoria è una cosa buona dice Federica, insegnante di sostegno in una scuola media della Capitale ma non si deve risolvere in un taglio del sostegno, il sottosegretario Rossi Doria ci ha rassicurato che così non sarà. Intanto ci riceveranno ancora a settembre». Dal Miur intanto dicono che è un «equivoco, nessuno ha mai pensato di tagliare niente, tutto questo è nato dalla cattiva interpretazione di alcune parole del Ministro». Gli 11mila posti rimarrebbero cattedre in deroga, da assegnare a personale precario, a fronte della trasformazione di 90mila posti di sostegno in organico di diritto. Lo stesso ministro Carrozza aveva nei giorni scorsi ribadito: «Il piano triennale di immissione in ruolo prevede anche misure, compatibilmente con le risorse disponibili, per l’inquadramento in ruolo dei circa 30mila docenti di sostegno che vengono utilizzati annualmente».

Luciana Cimino

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