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TAGLI – Il ministro accelera la sperimentazione per la maturità breve

LA MINISTRA dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza sponsorizza il liceo di quattro anni. Dopo le prime sperimentazioni che hanno interessato tre scuole paritarie in Lombardia, arrivano quelle statali autorizzate. Un via libera in sordina, spinto dalle convinzioni del ministro che questa sia la strada giusta, forse preludio di un’ennesima riforma.AL MOMENTO, gli istituti statali che dal prossimo anno — il 2014/2015 — potranno attivare percorsi quadriennali per giungere al diploma sono quattro: il liceo internazionale delle scienze applicate Carlo Anti di Villafranca di Verona, l’istituto tecnico economico Tosi di Busto Arsizio, l’istituto superiore Majorana di Brindisi e il liceo classico Flacco di Bari. Ma in attesa del benestare ministeriale ci sarebbero altre tre scuole campane e l’elenco potrebbe allungarsi. Semplice sperimentazione o preludio dell’ennesima riforma scolastica a costo zero? Basta infatti compattare in quattro anni l’orario delle lezioni previsto per il quinquennio per diplomarsi a 18 anni o addirittura a 17 anni, nei casi in cui si è sfruttato l’anticipo. Un’eventualità che metterebbe l’Italia al passo con quei Paesi europei dove l’intero percorso scolastico termina un anno prima che da noi. Il liceo internazionale delle scienze applicate Carlo Anti di Verona, in luogo delle 4.752 ore previste per l’attuale percorso di cinque anni, prevede 4.125 ore di lezione spalmate in quattro anni e 200 ore di stage. Mentre gli studenti che vorranno frequentare il liceo classico internazionale Flacco di Bari dovranno sobbarcarsi 4.752 ore in quattro anni — 6 ore al giorno per sei giorni a settimana — più 233 ore di laboratorio e stage. «Le sperimentazioni vengono autorizzate senza nessun criterio, senza nessun parere da parte degli organi competenti, senza nessun riferimento normativo e senza nessun limite», tuonano dalla Flc Cgil. «Basta alzarsi la mattina e chiedere l’autorizzazione per ottenerla? E quante scuole potranno averla: dieci, venti, cento?», si chiede Domenico Pantaleo che punta il dito contro la ministra Maria Chiara Carrozza. Ma non solo. «Tutti i progetti — spiega Pantaleo — presentano tre punti qualificanti: l’innovazione della didattica, il cambio di denominazione dei percorsi ordinamentali in percorsi internazionali — con lo studio di più ore di lingua straniera — e una selezione in ingresso per reclutare gli studenti più motivati e che hanno ottenuto ottimi risultati alla scuola media. Selezione che non è prevista dalla Costituzione. Siamo ancora nella scuola dell’obbligo e non può esserci nessuno sbarramento per l’accesso». «In effetti, il problema della riduzione da 13 a 12 anni del percorso scolastico in Italia si pone. Ma occorre capire — spiega Ivan Lo Bello, vicepresidente di Confindustra, con delega all’Educazione — come vanno distribuiti questi 12 anni. Non credo sia opportuno ridurre il liceo a quattro anni: rischiamo di indebolirlo. E, considerando le criticità del nostro percorso, vediamo meglio un primo ciclo di 7 anni e 5 anni di scuola superiore ». La riduzione dell’intero percorso scolastico di un anno, per allinearlo agli standard europei, è contenuto nell’Atto di indirizzo sulle priorità politiche per il 2013 che l’ex ministro Francesco Profumo ha lasciato in eredità al suo successore. Una operazione che, secondo Profumo, serviva anche a trovare le risorse da destinare al miglioramento della qualità dell’offerta formativa in Italia. Ma i sindacati temono il taglio di 20mila cattedre, corrispondenti ad un “risparmio” di mezzo miliardo di euro. Ma come funzionano le cose in Europa? In alcuni Paesi — Spagna, Francia, Portogallo, Inghilterra e Grecia — la scuola termina a 18 anni. In altri — come l’Italia, la Germania, la Finlandia, la Svezia, la Norvegia e la Danimarca — gli studenti si diplomano a 19 anni. Nazioni, soprattutto quelle del nord Europa, che però ottengono i migliori piazzamenti nei test Ocse-Pisa.

La Repubblica

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