HomeComunicato StampaA scuola dopo il referendum!

A scuola dopo il referendum!

SBC è sempre più convinta che le scuole debbano essere riaperte agli studenti il primo ottobre, dopo le elezioni e il Referendum.
Che ogni scuola debba essere urgentemente dotata di un presidio sanitario ( un infermiere per plesso scolastico collegato in rete ad un dottore che opera su un numero limitato di scuole ) e di numero di tamponi sufficiente per verifiche rapide di eventuale positività per alunni e per tutto il personale della scuola.
Che la quarantena in quanto tale comporti la sospensione dell’attività didattica in una o più classi o nell’intera scuola, la decisione deve spettare solo all’autorità sanitaria.
Che il docente o l’alunno positivi in quarantena anche se asintomatica debbano essere esonerati dall’ insegnamento o dall’attività didattica a distanza.
Che le verifiche sanitarie vadano eseguite ogni due settimane.
Che i percettori di reddito di cittadinanza siano utilizzati nei plessi scolastici a vario titolo secondo le loro competenze.
Che la scuola debba aprire in presenza con piccoli gruppi con un ulteriore incremento di organico, prevedendo, se necessario, anche i doppi turni.
Che l’insegnamento a distanza, come hanno sostenuto insigni esperti di scienze dell’educazione, se giustificato in situazione di lokdown, non sia ora né significativo, né efficace e provochi solo forti discriminazioni tra studenti a secondo della loro appartenenza sociale e collocazione geografica.
Insuccesso scolastico, presenza formale, povertà educativa, dispersione sono gli effetti dell’insegnamento a distanza.
Che deve essere dato corso nei prossimi mesi ad una politica di rilancio della scuola che preveda l’utilizzo del 10 % del Recovery Fund ( 30 miliardi di euro) da utilizzare in edilizia e nella rideterminazione degli organici secondo nuovi parametri.
Che malgrado lo story telling della Ministra Lucia Azzolina la situazione nelle scuole è a macchia di leopardo e molte non ancora sono in grado soprattutto al Sud di aprire con sicurezza per i ritardi e anche perché sono stati sprecati 6 mesi, non considerando la scuola un’emergenza i cui problemi andavano affrontati in emergenza.
Che per quanto riguarda quest’anno si provveda in deroga a convalidarne comunque la validità anche con meno duecento giorni di lezione per gli studenti e in meno di 120 giorni di didattica e 180 di servizio per i docenti che devono superare l’anno di prova.
Che si provveda a un chiarimento sui lavoratori fragili della scuola e sul loro utizzo previo accordo con le OOSS.

Libero Tassella SBC

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