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APPROFONDIMENTO – Ecco perchè non è possibile digitalizzare l’aggiornamento delle G.I

Mancato Aggiornamento delle graduatorie di istituto 2020 – Spesso si scrive, si commenta sui social, senza nemmeno conoscere la materia per la quale si “sparano sentenze” oppure si danno soluzioni facili a problemi particolarmente difficili.

La digitalizzazione dell’aggiornamento delle graduatorie di istituto è un esempio concreto perchè  richiede una serie di passaggi fondamentali ed obbligatori, addirittura farraginosi e che per legge devono rispettare anche una tempistica ben precisa. E’ un sistema vetusto, così lo ha definito la ministra Azzolina ieri in conferenza stampa ed ha aggiunto che va reso più agile e moderno. Per questo sistema vetusto la stessa ministra si è scusata con i precari di una colpa che proprio lei non ha perchè lo ha ereditato.

Allora proviamo a fare un po’ di chiarezza noi andando a toccare con mano tutti i passaggi che erano necessari per modificare le modalità di aggiornamento delle graduatorie di istituto in maniera digitale.

Perché si è dovuta rinviare la predisposizione delle graduatorie provinciali per le supplenze?

Il provvedimento di costituzione delle nuove graduatorie provinciali per le supplenze è da redigere ai sensi dell’articolo 17, comma 3 della Legge 23 agosto 1988, n. 400.

Il regolamento deve passare i seguenti vagli successivi:

  • Confronto con le organizzazioni sindacali;

  • CSPI: una settimana da Decreto Legge, altrimenti il termine va dai 15 ai 45 giorni

  • Consiglio di Stato: il parere deve essere reso entro 45 giorni dal ricevimento della richiesta. Il Consiglio di Stato, a fronte di provvedimenti di particolare complessità, può chiedere al Ministero di approfondire l’istruttoria. In tali casi, il parere è sospeso e deve essere reso entro 20 giorni dal ricevimento degli elementi richiesti. Se la sezione cui l’atto è sottoposto rileva che l’atto sia di “particolare importanza”, rimette il parere all’Adunanza generale. Corte dei Conti: il termine per la registrazione è di 60 giorni, che possono essere sospesi “per il periodo intercorrente tra le eventuali richieste istruttorie e le risposte delle amministrazioni” per un periodo di 30 giorni.

La procedura dovrà essere totalmente informatizzata. Ma il gestore, per realizzare la piattaforma, deve avere un testo “stabile”, soprattutto nelle sezioni dove in realtà più sono le oscillazioni (la tabella dei titoli). Occorrono alcuni mesi, compresi i tempi di collaudo.

I tempi predetti (dai 6 mesi in su) non sono compatibili con le tempistiche necessarie per avere le graduatorie in tempo utile per le supplenze per l’anno scolastico 2020/21, che dovrebbe prevedere il bando di costituzione entro maggio 2020.

Perché si è dovuta rinviare la predisposizione delle graduatorie di istituto?

La predisposizione delle graduatorie di istituto ha alcune forti criticità:

  1. Una parte sostanziale della domanda, quella relativa alla domanda stessa e alla trasmissione dei titoli, avviene, su una istituzione scolastica, su modello cartaceo a mano o per raccomandata con ricevuta di ritorno o trasmessa in PDF per PEC.

  2. Il numero delle domande è elevatissimo. Nel corso dell’ultimo aggiornamento, fecero domanda per la II e III fascia n. 653.409 soggetti, per un totale di 683.292 moduli e  272.071 in seconda fascia e  1.391.931 inserimenti in terza fascia (ogni soggetto può presentare domanda per ogni classe di concorso per cui ha titolo) con relative valutazioni. Il dato che si attendeva è di oltre 1 milione di domande, con una mobilitazione fisica, sia per la fase di presentazione, che di valutazione di almeno il doppio di persone, in un momento complesso come questo e con il rischio di contagio così elevato.

I tempi di lavorazione sono lunghi e farraginosi, perché contemplano:

  • la trascrizione della domanda a sistema
  • la valutazione dei titoli presentati da parte delle segreterie.

Le graduatorie di istituto di ogni provincia, stante il meccanismo di incrocio delle varie graduatorie, possono essere rilasciate e dunque diventare efficaci solo quando tutte le scuole capofila hanno completato l’analisi delle domande di pertinenza. Basta che una sola scuola ritardi, e ritarda tutta la provincia. In questi casi, le scuole potevano ricorrere alla cosiddetta supplenza “sino all’avente titolo”, ma nelle ultime istruzioni si è disposto che le supplenze fossero solo “a data certa”. Il che implica: o la girandola dei supplenti; oppure che le graduatorie, pur approvate, non sono di fatto efficaci.

La procedura è già estremamente inefficace in tempi normali. Nell’attuale congiuntura, senza date certe di rientro delle segreterie nelle istituzioni scolastiche, non è possibile garantire la predisposizione delle graduatorie nei termini corretti.

Il passaggio dalla trasmissione da cartacea ad on line è possibile, ma:

  1. Ha tempi di lavorazione di diversi mesi, perché le tabelle titoli sono particolarmente complesse e difformi per le varie graduatorie (II fascia e III fascia e le peculiari graduatorie di strumento musicale e di discipline coreutiche, che richiedono la valutazione dei titoli artistici da parte di una commissione);

  2. Richiede il possesso di credenziali, e dunque almeno una fase di riconoscimento in presenza per tutti i “nuovi” inserimenti, da parte di una platea potenziale di centinaia di migliaia di soggetti (non solo i nuovi laureati e diplomati, ma anche tutti coloro che, stante la prevedibile contrazione occupazionale dovuta al Corona virus, è presumibile si riversino sulla scuola, unico settore della pubblica amministrazione con graduatorie aperte e attrattive)

  3. Non elimina la fase di valutazione dei titoli che è di particolare complessità, e implica la trattazione di ogni singola pratica da parte di più persone, pena continui errori e conseguenti ricorsi e rifacimenti, su una piattaforma che sarebbe nuova.

E non finisce qui, ci sono ulteriori criticità:

  1. Il numero di domande da trattare è già oggi almeno pari a 612.908 soggetti ( le “teste” presenti nelle attuali Graduatorie di istituto) e 922.133 posizioni, cui aggiungere tutte le nuove domande. Stiamo parlando, è bene ripeterlo, di quasi certamente oltre 1 milione di possibili soggetti, stante il triennio passato e l’apertura ai neo laureati in possesso dei 24 cfu;

  2. Anche qualora dovesse ricominciare l’attività “in presenza”, le segreterie delle scuole sarebbero impegnate contemporaneamente nel recupero degli arretrati delle normali attività di segreteria, che comunque la formula dello “smart working” ha prodotto. Si ricorda, inoltre, che il personale ATA ha diritto alle ferie dell’anno in corso;

  3. Il disallineamento tra l’aggiornamento della II e III fascia delle GI e della I fascia (soggetti inseriti in GAE) ha innescato già, e continuerebbe ad innescare, un contenzioso con giudizi alterni da parte delle magistrature.

  4. Con riguardo alla gestione dell’emergenza, il Governo si sarebbe dovuto assumere la responsabilità di decidere di far rientrare a pieno regime il personale scolastico e le segreterie delle scuole, mobilitando altresì 1 milione di persone per la presentazione delle domande, peraltro solo con validità un anno dell’aggiornamento e non provincializzate.

Ove anche si fosse fatto, immaginando l’assenza della pandemia, pesanti ritardi nella predisposizione delle graduatorie sarebbero pertanto inevitabili, con conseguenze negative sull’inizio dell’anno scolastico. Le graduatorie, qualora predisposte, rischierebbero di essere in parte inefficaci, o di portare a un continuo cambio di insegnanti nelle classi, e ciò anche in una situazione di difficile ripresa delle normali attività.

Cosa invece si potrebbe fare oggi

  1. La predisposizione di una ulteriore fascia aggiuntiva dei soggetti che si sono nel frattempo abilitati (laurea in Scienze della Formazione primaria, altre abilitazioni variamente conseguite), da predisporre in anticipo rispetto ai tempi previsti lo scorso anno (ottobre…) e in tempo per l’inizio del prossimo anno scolastico. Ci risulta che il decreto del ministro è già in fase di elaborazione;

  2. L’inserimento del titolo di specializzazione sul sostegno dei soggetti già inseriti e la predisposizione di un elenco provinciale dei soggetti specializzati sul sostegno, ma privi di abilitazione, cui attingere in subordine rispetto agli specializzati abilitati;

  3. L’informatizzazione delle predette due procedure, meno complessa;

  4. La predisposizione del nuovo regolamento per le supplenze, in tempi congrui per le tempistiche della procedura per il prossimo anno scolastico.

I candidati in possesso del solo titolo di studio possono comunque, come capitato in questi ultimi anni, presentare domanda attraverso le Messe a disposizione (MAD), cui le scuole attingono in subordine alle graduatorie.  Il Ministero – ci risulta – sta lavorando ad un sistema che consenta alle scuole di gestire meglio MAD.

Inoltre…

  • La riapertura delle terze fasce a nuovi soggetti è stata voluta, nel DL 126/2019, dopo estrema attività di convincimento degli altri alleati di governo, che non volevano minimamente, dall’allora sottosegretario Azzolina. La “Buona scuola” – è bene ricordarlo – aveva chiuso le terze fasce, l’Azzolina le ha fatte riaprire. Ma il diritto all’inserimento va predisposto nei tempi giusti. L’emergenza epidemiologica fa dilatare tutti i tempi e la scuola ha bisogno di verità e serietà, non di promesse a vuoto che non si è sicuri di poter mantenere. Il Governo non può mettere a rischio la vita di un milione di persone e nemmeno illuderle prendendo tempo.

  • Il nuovo allineamento delle fasce delle supplenze con l’aggiornamento anticipato delle GAE abbatte il contenzioso e consente a tutti i soggetti di scegliere “alla pari”.

  • Le nuove tempistiche consentono l’inserimento di tutti coloro che acquisiranno l’abilitazione attraverso i concorsi e le procedure selettive straordinarie di abilitazione.

  • La scelta assunta dal Consiglio dei ministri e dalla collegialità di Governo, invece, consentirà, nell’arco di un anno: di avere le graduatorie provinciali, come immaginato dal Movimento, in tempi congrui e di digitalizzare tutto il sistema di gestione di queste procedure, per il futuro, secondo un piano di digitalizzazione rivoluzionario per il sistema scolastico.

  • In ogni caso, con una decisione difficile, ma realistica e onesta, è stata scongiurata la possibilità che, finché non ci saranno dati e assunti scientifici confortanti sulla fine della pandemia, meccanismi vetusti potessero portare a mettere in pericolo la vita di milioni di persone.

E’ sempre bene conoscere tutti i passaggi per evitare di acquisire una verità indotta dagli altri, del resto come diceva il Poeta “la conoscenza rende liberi” e con questo lavoro di ricerca vogliamo dare il nostro contributo, evidenziando tutti gli aspetti che – a nostro parere – hanno indotto il Ministro Dell’Istruzione ma anche il governo a far slittare di un anno l’aggiornamento delle graduatorie di Istituto.

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