Il taglio dell’Irpef non sembra portare grandi vantaggi per il ceto medio, che continua a subire gli effetti del drenaggio fiscale accumulati tra il 2023 e il 2025. Secondo una simulazione della Cgil, chi ha un reddito di 40 mila euro ha visto un drenaggio di 3.639 euro, mentre il beneficio annuo derivante dalla riduzione dell’aliquota Irpef dal 35% al ??33% è di soli 240 euro.
L’analisi mette in luce che per i redditi tra 28 mila e 50 mila euro, il risparmio fiscale varia da 0 a 440 euro all’anno, mentre il fiscal drag può superare i 3.600 euro. Ad esempio, chi guadagna 30 mila euro lordi ha subito un drenaggio di 2.807 euro, ricevendo solo 40 euro di beneficio annuo.
La Cgil esprime forti critiche per la mancanza di misure che permettono di contrastare il fiscal drag, dall’indicizzazione dell’Irpef alla vendita. «Il governo non supporta la classe media, anzi, ne aggrava l’impoverimento», afferma Christian Ferrari, segretario confederale della Cgil. «Dire che con 40 mila euro non si è ricchi non basta: servono politiche fiscali concrete e coerenti».
Senza interventi strutturali, il ceto medio rischia di rimanere schiacciato tra stagnazione salariale e un aumento della pressione fiscale.
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