La Legge di Bilancio 2026 introduce una misura che potrebbe far discutere: la detassazione al 10% sugli aumenti salariali derivanti dai rinnovi contrattuali. Tuttavia, il beneficio sarà riservato esclusivamente ai dipendenti del settore privato, lasciando fuori milioni di lavoratori pubblici.
Secondo quanto previsto, la norma si applicherà ai rinnovi contrattuali siglati tra il 1° gennaio 2026 e il 31 dicembre 2028. Tra gli esclusi figurano insegnanti, personale ATA, dipendenti di enti locali e altri comparti della pubblica amministrazione, categorie che da tempo attendono un rinnovo contrattuale.
La decisione ha sollevato un acceso dibattito. Marcello Pacifico, presidente del sindacato Anief, denuncia l’iniquità della misura: “Non è accettabile che i dipendenti pubblici siano considerati lavoratori di serie B.”
L’esclusione appare contraddittoria in un contesto di inflazione crescente e con la pubblica amministrazione impegnata in sfide cruciali come il PNRR e la digitalizzazione. Se il Governo non interverrà, il divario tra pubblico e privato rischia di ampliarsi ulteriormente, penalizzando chi svolge funzioni essenziali per il Paese.
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