Aumento delle pensioni 2026, l’ISEE potrebbe decidere a chi saranno aumentate e a chi invece no. Lo spieghiamo nell’approfondimento che segue.
A partire dal 2026, una nuova proposta nell’ambito della riforma delle pensioni potrebbe introdurre un meccanismo di calcolo degli assegni pensionistici basato sull’Isee. L’obiettivo è quello di favorire i pensionati con una situazione economica più modesta, introducendo un sistema che consideri il reddito familiare come parametro per eventuali decurtazioni o aumenti.
Ad oggi, l’Isee non ha alcun impatto diretto sulle pensioni, se non per l’accesso a specifici bonus. Tuttavia, la proposta prevede che chi andrà in pensione anticipata con Quota 41 flessibile (62 anni di età e 41 anni di contributi) potrebbe beneficiare di un trattamento più favorevole. In particolare, chi ha un Isee inferiore a 35.000 euro non subirebbe alcuna riduzione dell’assegno. Al contrario, chi supera tale soglia o non presenta l’Isee potrebbe affrontare una decurtazione del 2% per ogni anno di anticipo rispetto ai 67 anni della pensione di vecchiaia.
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