Pensioni 2026, di quali aumenti stiamo parlando?
Il 2026 si annuncia denso di svolte per chi vive di pensione, tra aggiustamenti e ritocchi decisi dal governo. Un rialzo dell’1,4%, previsto nel provvedimento del MEF, entra in scena senza clamore. Le somme cambiano forma appena, lente a seguire il passo della vita reale. Anche stavolta quel che arriva non copre lo spazio lasciato dagli anni precedenti, quelli pesanti. Il valore d’acquisto continua a sgretolarsi piano, mentre i conti faticano a tornare.
Gli aumenti mensili cambiano secondo quanto ricevi ogni mese: chi prende 1.500 euro ne avrà altri 21, mentre con 5.000 euro si superano di giusto qualche centesimo i 62 euro in più. Per il 2026 però niente ricalcoli extra entreranno in gioco, quindi quello 0,8 percento resta così com’è.
Aumento pensioni 2026, le posizioni dei sindacati
I sindacati, come Cgil e Uil, bocciato gli aumenti ritenuti troppo esigui di fronte al carovita. A destare maggiore tensione sono soprattutto le pensioni modeste, dove la variazione fa quasi acqua.
A rendere tutto più intricato, ecco spuntare il tema del riscatto dell’università. Di fronte alle obiezioni arrivate da sindacati e persone in pensione, l’esecutivo ha fatto sapere che ripenserà quella regola capace di svantaggiare chi aveva già pagato per gli anni accademici.
La questione pensionistica continua a pesare nel confronto pubblico, tra pressioni dei sindacati e tentativi dell’esecutivo di aggiustare le tutele per chi va in pensione. Mentre da un lato monta la richiesta di garanzie migliori, dall’altro si cerca una via meno sbilanciata. Non mancano tensioni, anzi spesso emergono nei dialoghi tra parti sociali e ministeri. L’obiettivo? Rendere il sistema più sostenibile senza lasciare indietro nessuno. A tratti sembra un equilibrio precario, specie quando i tempi stringono e le proposte tardano.
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