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Autonomia differenziata, vince la Lega e perde il Paese? La FLC promuove una raccolta firme

I sindacati bocciano l'autonomia differenziata

La Legge di bilancio 2023, in particolare l’articolo 143, prevede la realizzazione dell’autonomia differenziata a lungo promossa dalla Lega (Nord). L’articolo in oggetto prevede la creazione di Livelli Essenziali delle Prestazioni (LEP) regionali che devono essere formulati entro sei mesi attraverso l’istituzione di una Cabina di regia, in caso di ritardo è prevista anche la nomina di un Commissario.

Tuttavia, questi LEP potrebbero portare a diritti diversi tra le Regioni, con normative, contratti di lavoro e concorrenza al ribasso che variano a seconda del territorio. Inoltre, l’articolo specifica che i LEP saranno definiti sulla base della “spesa storica” degli ultimi tre anni e “nell’ambito degli stanziamenti di bilancio a legislazione vigente”, il che significa che i diritti e i livelli delle prestazioni saranno minimi e non uguali in tutto il paese.

Inoltre, se venissero realizzate le intese stipulate dal governo Gentiloni con le regioni Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto, ci sarebbe una differenziazione sempre più marcata delle scuole e un aumento del divario tra Nord e Sud. La diffusione uniforme di scuole dell’infanzia e tempo pieno sarebbe negata, il valore legale del titolo di studio sarebbe compromesso e le regioni avrebbero la possibilità di decidere autonomamente su programmi, strumenti e risorse.

Cosa potrebbe accadere se si realizzasse questo percorso?

A seguito delle intese stipulate dal governo Gentiloni – denuncia la FLC Cgil – con le regioni Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto erano già state declinate le richieste autonomistiche sulla scuola, pertanto, tra le bozze regionali, leggiamo che:

si vuole costruire un organico regionale del personale scolastico,
si vogliono bandire concorsi regionali,
si vuole regionalizzare da subito la Dirigenza scolastica,
si vogliono costruire contratti regionali,
si vogliono differenziare gli stipendi su base territoriale,
si vuole intervenire sulla mobilità, sottraendo la materia alla negoziazione sindacale.

Proprio la scuola, ma anche la sanità, subirebbero un colpo “mortale” e il divario Sud-Nord non potrebbe che aumentare. Per questo motivo il sindacato ha promosso una raccolta forma con SPID allo scopo di fermare una legge che potrebbe essere devastante per il Paese.

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