HomeLettere in RedazioneC’era una volta il registro dei professori. Di Bianca Fasano

C’era una volta il registro dei professori. Di Bianca Fasano

Una triste favola, un giorno forse prossimo potrebbe cominciare con: “C’era una volta la scuola pubblica italiana”. Speriamo che questa “favola”, non si avveri mai. Intanto però possiamo dire con una punta di malinconica tristezza: “C’era una volta il registro dei professori”. Almeno quello cartaceo.
Che sia da mettere nel dimenticatoio appare evidente tra gli articoli del “Disegno di Legge approvato dal Senato della Repubblica Italiana il 31 luglio 2012 (v. stampato Senato n. 3396), presentato dal presidente del consiglio dei ministri e ministro dell’economia e delle finanze Monti e dal ministro per i rapporti con il parlamento Giarda, quale Conversione in legge, con modificazioni, del decreto?legge 6 luglio 2012, n. 95, recante disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini. Trasmesso dal Presidente del Senato della Repubblica il 31 luglio 2012. Più precisamente al Titolo II, avente per tema la “Riduzione della spesa delle amministrazioni Statali e degli Enti non territoriali.
All’art. 7, comma 27, si precisa difatti categoricamente che: “Il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca predispone entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto un Piano per la dematerializzazione delle procedure amministrative in materia di istruzione, università e ricerca e dei rapporti con le comunità dei docenti, del personale,studenti e famiglie.”-
Addio al cartaceo, insomma. Gli alberi ringraziano (si spera), un po’ meno le industrie produttrici di ogni tipo di materiale cartaceo, in specie, per la scuola, dei registri “dei professori” e di quelli “di classe”, destinati all’aggiornamento quotidiano delle assenze, con le firme dei professori e lo spazio dedicato a tutte le attività scolastiche.
Al comma 28 ( che resta immutato),leggiamo:-“A decorrere dall’anno scolastico 2012?2013, le iscrizioni alle istituzioni scolastiche statali di ogni ordine e grado per gli anni scolastici successivi avvengono esclusivamente in modalità on line attraverso un apposito applicativo che il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca mette a disposizione delle scuole e delle famiglie.”- il che vuole dire che le famiglie, anche le più ostili all’uso del computer, dovranno mettersi alla pari con la informatizzazione, specialmente tenuto con del fatto:- (comma 29, lasciato identico), che, “A decorrere dall’anno scolastico 2012?2013 le istituzioni scolastiche ed educative redigono la pagella degli alunni in formato elettronico.”- Ciò lascia presupporre la fine delle file di genitori giunti nelle varie istituzioni scolastiche per ricevere copia della pagella dal coordinatore di classe: Ma, nessuna preoccupazione, visto che:- (Comma 30), “La pagella elettronica ha la medesima validità legale del documento cartaceo ed è resa
disponibile per le famiglie sul web o tramite posta elettronica o altra modalità digitale.”-
Il Decreto Legge non contesta però “il diritto dell’interessato di ottenere su richiesta gratuitamente copia cartacea del documento redatto in formato elettronico.”-.
Ma non finisce qui. La stretta “dematerializzatrice”, al comma 31, si abbatte anche sul vecchio, caro, registro del professore. Quello che da allievi ci fece tremare, quando i nostri insegnanti lo scorrevano e temevamo potessero trovare il nostro cognome per poi rialzare lo sguardo verso di noi: “Fasano! Alla lavagna!”- Il vecchio, caro registro, pieno di appunti, cresciuto giorno per giorno assieme al nostro lavoro di insegnante, nel tempo un po’ spiegazzato ai bordi, con quei segni, a volte molto personali, di cui si doveva comunque dare chiarimento a fondo pagina perché un eventuale supplente potesse venirne a capo. Con quei voti che spesso rimarcavano una quasi rassicurazione con un “6-“, o un “5 e mezzo”, di cui si dovrà perdere velocemente l’abitudine, in quanto sul registro elettronico non potranno più trovare posto. Fine dunque a quelle medie complesse tra un “7 meno meno” ed un “7 più”. Tranquilli! La media risulterà computerizzata e formulata in dati certi, aderenti alle “griglie di valutazione” decise dai dipartimenti e rigidamente applicate. L’articolo difatti prevede che:- “A decorrere dall’anno scolastico 2012?2013 le istituzioni scolastiche e i docenti adottano registri on line e inviano le comunicazioni agli alunni e alle famiglie in formato elettronico.”- Fine.
Certo, tutta questa de materializzazione nella “scuola di oggi”, sembra colpire, oltre il cartaceo, anche la carne umana di una serie infinita di insegnanti. Precari, s^, ma anche a “tempo indeterminato”, ai quali sembra crollare ogni giorno di più il terreno sotto i piedi. Infatti, se non “perdenti posto” nelle loro istituzioni, certamente, a causa del calo annuo di classi per la loro classe di concorso costretti a “scappare” presso altre istituzioni scolastiche per trovare riparo su spazi di terreno più certi, anche se annualmente in pericolo. Tutto ciò è causato anche dal fatto che la “dematerializzazione3, purtroppo, non riguarda il numero di allievi per classe, il quale, per contrasto, cresce sempre, di anno in anno (diminuendo il numero delle classi), rendendo gli insegnanti sempre più affannati con la voce per sovrastare i mormorii più o meno “densi” degli allievi e sempre meno in grado di dedicare la propria attenzione, anche momentanea, al singolo in difficoltà o al più bravo da indirizzare. Intanto, come dare torto al proprio preside se chiarisce che non tocca a lui decidere se sia più o meno valida la legge quanto, piuttosto, il metterla in pratica? Giusto. Neanche a noi insegnanti tocca decidere (pure se dentro di noi la riteniamo invalidante per alcuni versi, specie per il rapporto umano allievo-insegnante), se sia giusta o meno. Ci tocca adeguarci. Il comma 32 precisa, con una piccola differenza della “conversione” rispetto al decreto Legge del 6 luglio:- “All’attuazione delle disposizioni dei commi da 27 a 31 si provvede con le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.”. In una parola: dobbiamo cavarcela coi nostri mezzi, siano intellettivi che materiali. Bene. si farà. Che dire? Ognuno si organizzerà come riterrà più opportuno, purché alla fine della giornata di lavoro si sia in grado di scrivere “on line”, sul proprio “registro personale” de materializzato, i voti degli allievi, le assenze, gli argomenti delle lezioni spiegate e quelle assegnate, giacché agli allievi toccherà poi controllare i propri voti e gli assegni, in giornata.
Si farà, come al solito avviene, più sollecitamente nelle scuole che si adeguano e più lentamente nelle scuole meno capaci. Si farà, anche con la sensazione che i pochi o molti insegnati “ritardatari” rispetto all’uso consueto del computer, vedranno i classici “sorci verdi”. Ma: guai a loro anime prave! Che si adeguino! Che dimostrino di essere capaci come insegnanti, di essere al passo coi tempi! Che non dimentichino come le certezze del contratto a tempo indeterminato siano finite e si rischi di risultare “inutili alla società”, di finire nella schiera “purgatoriale” o infernale degli “inidonei”. “Non ti curar di lor ma guarda e passa!”
Dicevamo che non ringrazieranno le industrie “del cartaceo”, ma certamente tutto questo impulso a “non spendere” in carta, produrrà una sempre maggiore necessità di “spendere in digitale”. C’è chi deciderà, da insegnante, di acquistare un bel registro personale vecchio stampo, da portare con sé in classe, per poi utilizzare da “base” per il successivo lavoro sul Web. Niente paura caro ministro! La spesa non inciderà sulla istituzione scolastica! Solo sull’insegnante. Ovviamente le scuole dovranno attrezzarsi a permettere anche nelle classi la possibilità per i docenti di collegarsi ad internet, giacché qualche altro docente deciderà di portare con sé in classe un computer portatile, un notebook o un i’Pad, così da segnare i dati in tempo reale sul Web. Niente paura! Anche quella spesa non toccherà le finanze della Istituzione scolastica, ma soltanto quelle del docente stesso. Risparmio del cartaceo, sì ma via alle spese per computer di vario tipo ed a vario livello. Cui prodest?

Bianca Fasano

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