Le scuole stanno predisponendo i bandi per la chiamata diretta, ma non sarà uguale per tutte.
Chi sperava in un modello unico dovrà ricredersi perché non esiste. Ciascuna istituzione scolastica si muoverà in piena autonomia, ma all’interno delle direttive ministeriali.
Stabilite le direttive sulla «chiamata per competenza», i dirigenti dovranno selezionare i docenti da inserire nell’organico del proprio istituto.
Come abbiamo premesso, non esiste un modello unico, pertanto fra le diverse scuole si potranno notare alcune differenze sulle modalità di selezione. Tuttavia tali modalità dovranno essere esplicitate nel bando.
Le prime scuole a pubblicarlo saranno quelle dell’infanzia e della primaria, già il 29 luglio dovranno renderlo noto sul proprio sito.
Il 6 agosto sarà la volta delle scuole medie, il 18 delle scuole superiori.
Cosa devono fare i docenti per candidarsi?
Intanto dovranno prepara il proprio curriculum vitae e inserirlo sul portale Istanze on line.
Ogni ordine di scuola avrà una propria scadenza?
Si.
Dal 29 luglio al 4 agosto primaria e infanzia, dal 6 al 9 agosto le scuole medie ed infine dal 16 al 19 agosto le scuole superiori.
I docenti potranno mandare le proprie candidature a tutte le scuole dell’ambito.
Come agiranno i dirigenti scolastici?
I dirigenti faranno la selezione dopo aver analizzato i vari curriculum inseriti nel proprio ambito. Dovranno verificare la corrispondenza dei titoli rispetto ai requisiti indicati nel bandi, possono, ma non è obbligatorio, tenere dei colloqui, anche in videoconferenza, infine la scelta del docente da inserire nel proprio organico dovrà essere motivata. I candidati selezionati saranno avvisati via mail.
Che fine faranno quei docenti che non saranno selezionati?
I docenti scartati parteciperanno ad una seconda fase: saranno assegnati dagli uffici scolastici regionali alle istituzioni scolastiche. Ricordiamo che l’incarico sia per chi partecipa alla prima fase, sia per chi partecipa alla seconda, avrà durata triennale e che le linee guida hanno valore solo per quest’anno perché considerato anno di transizione.