Un recente pronunciamento della Corte dei Conti ha stabilito una significativa riduzione del risarcimento richiesto ai Collaboratori scolastici assunti con titoli di studio contraffatti. La decisione si basa sulla valutazione dell’effettiva utilità delle mansioni svolte, considerando il contributo concreto al funzionamento delle scuole.
Il caso è emerso in seguito a un’indagine su un sistema organizzato di falsificazione di diplomi, utilizzati per ottenere incarichi pubblici. Nonostante la gravità dell’illecito, i giudici hanno adottato un approccio più calibrato, distinguendo tra mansioni altamente specialistiche e compiti di natura pratica.
Per i Collaboratori scolastici, le attività svolte — come sorveglianza, pulizia e assistenza — sono state considerate utili per il servizio scolastico, anche in assenza di titoli validi. Pertanto, il risarcimento non corrisponderà all’intero stipendio percepito, ma sarà calcolato in base a una percentuale ridotta.
Questa interpretazione segna un passo importante nella giurisprudenza, bilanciando la necessità di penalizzare gli illeciti senza ignorare il valore delle prestazioni lavorative rese.
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