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Come è cambiato il concetto di disabilità dopo la Convenzione ONU del 2006?

ll concetto di disabilità, come l’approccio per affrontare esso, sia in termini sociali e sanitari, ha subito cambiamenti significativi nel secolo scorso. L’idea presentata dall’WHO (World Health Organization, Organizzazione Mondiale della Sanità) nel 2006, rappresenta un notevole cambiamento rispetto al passato, concentrandosi sui diritti e la cura per tutti gli individui con disabilità, se nati con una determinata condizione o acquisita durante il corso della vita, piuttosto che vedere la disabilità come una condizione che necessità categorizzazione.

I primi approcci alla disabilità si erano concentrati molto su come massimizzare le prestazioni di un individuo entro un determinato ambito (ad esempio, lavoro, scuola). In realtà, fino al 2000, il pensiero prevalente ha visto la disabilità come una mancanza di qualche tipo e gli interventi spesso hanno assunto un approccio medico o di  servizio. Gli elementi emotivi e relazionali erano generalmente trascurati, escludendo i soggetti principali interessati dalla disabilità (lui / lei in persona e i membri della sua famiglia) dal processo di sviluppo dell’intervento.

La concettualizzazione attuale, d’altra parte, riconosce l’importanza delle relazioni sociali e la vita emotiva di una persona e come gli altri reagiscono ad essa – e cambiano il loro comportamento – quando in presenza di una persona con disabilità. Questo riconoscimento ha portato a una crescente attenzione sull’inclusione sociale – a vari livelli – come mezzo primario per rivolgersi alla disabilità entro la società e migliorare la vita degli individui non solo attraverso prestazioni migliorate, ma in termini di generica qualità della vita.

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