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Contratto Mobilità firmato con la sola Cisl Scuola a gennaio, condannato il Ministero, contratto da riaprire

Il CCNI relativo alla mobilità 22/25 ebbe uno strano epilogo, anzi non ci fu neppure una vera e propria contrattazione, ma un prendere o lasciare nei fatti ci fu un’informazione su un testo presentato alle OO.SS. il giorno 25 gennaio, le sigle Flc Cgil, Uil Scuola, Snals Confsal, Gilda Unams espressero forti riserve soprattutto sul problema dei vincoli e chiesero di avviare sul testo il confronto contrattuale, la Cisl Scuola invece, allora diretta da Maddalena Gissi, nell’incontro successivo del 27 gennaio si disse subito pronta a firmare il testo del contratto integrativo di cui il suo sindacato, nella parte dei vincoli nella mobilità relativa ai neoimmessi in ruolo dal 20/21, rivendicava la paternità, avendo avuto già incontri preliminari sulla mobilità con il MI nel mese di dicembre , allorché tutti gli altri sindacati avevano proclamato la mobilitazione e quindi il 10 dicembre lo sciopero della categoria, ponendo in piattaforma anche il problema dei vincoli nella mobilità contro le incursioni di legge.

Il Ministero considero’ valida la firma al Contratto del 27 gennaio di un solo sindacato con una rappresentatività di circa il 25% e il 25 febbraio emanò l’ OM 45 relativa alle istruzioni operative e alle scadenze per la mobilità 22/23.

I sindacati non firmatari reclamavano in primis la riproduzione nel contratto dello schema normativo sui vincoli di cui all’art.2 del comma 6 del CCNI su una materia contrattuale e in mancanza del rinnovo del Contratto Nazionale 19/21 nonché la riproduzione ex novo del vincolo per i neoimmessi in ruolo che ottengono la mobilità ( comma 7 art.2) ma soprattutto la chiusura di un contratto senza contrattazione e con una sola sigla sindacale un pericoloso precedente per l’unità e la democrazia sindacale, per le contrattazioni a venire e soprattutto un comportamento antisindacale da parte dell’amministrazione scolastica.

Dopo aver contestato unitariamente, il fronte dei non firmatari si divise, Snals e Gilda preferirono limitarsi alle proteste, Flc Cgil e Uil Scuola invece decisero di denunciare il MI e il Ministro pro tempore per comportamento antisindacale ex art.28 dello Statuto dei Lavoratori.

Ora arriva la sentenza ed è favorevole ai sindacati ricorrenti, il Ministero è stato condannato a 2490 euro di spese, a darne notizia su due quotidiani La Repubblica e il Corriere della Sera, e a riaprire il contratto integrativo con le altre sigle maggiormente rappresentative, sancendo il principio che per gli integrativi valgono le medesime regole previste per il contratto nazionale in merito alla firma ( 50% + 1) contrariamente a quanto affermato dal Ministero e dai sindacalisti della Cisl Scuola, lo scorso mese di gennaio.

Ora quindi il contratto va riaperto ovviamente in un mutato contesto normativo di riferimento che si è già palesato nell’intesa per la proroga dell’integrativo du Utilizzazioni e Assegnazioni provvisorie e alla luce anche del nuovo CCNL 19/21.

Una cosa è certa che il CCNI 22/25 siglato dalla sola Cisl Scuola ora è tutto da riscrivere e i suoi effetti quindi possono dirsi limitati al solo 22/23.
Quindi i trasferimenti e i passaggi disposti il 18 maggio restano validi.

Libero Tassella

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