HomeComunicato StampaCoordinamento nazionale SFP Nuovo Ordinamento: rispetto delle leggi e realtà dei fatti

Coordinamento nazionale SFP Nuovo Ordinamento: rispetto delle leggi e realtà dei fatti

I laureati in Scienze della Formazione Primaria “non hanno le loro ragioni” Ministro, ma si informano su normativa e sentenze e, a ragion veduta, chiedono il rispetto delle leggi e della realtà dei fatti!

Sono stati e continuano a essere completamente abbandonati dalla politica: nessun concorso ordinario, nessuna assunzione, nessuna tutela dopo il percorso TFA sostegno, anzi supplenze sottratte in modo abusivo, mancati contratti, non rispetto di due sentenze, delle Plenarie e della Cassazione.

E dopo il danno, anche la beffa: cosa leggono i laureati?

Articoli fuorvianti e intese tra politica e sindacati vergognose, dietro la scusa di continuità didattica. Ed è paradossale che si lamentino ancora le “maestre senza laurea licenziate”, quelle che non hanno mai ottenuto il ruolo, ma solo un inserimento con clausula rescissoria in seguito a ricorso, coloro che continuano a dire di non avere la laurea, sapendo benissimo che il problema è non avere superato mai un concorso per la stabilizzazione.

Sono sempre le “maestre senza laurea” che poi insorgono sui social, dichiarando di avere diversi master, specializzazioni, anni e anni di esperienza, ma stanno in GAE con riserva… grazie a un diploma.

Queste maestre dovrebbero almeno ammettere che i sindacati hanno giocato sulla loro pelle e sulla loro scarsa conoscenza giuridica, promettendo il ruolo con il solo diploma e con un ricorso, senza selezione.

Dovrebbero, altresì, riconoscere che, con la procedura concorsuale straordinaria appena conclusa, riservata a chiunque avesse maturato due anni di servizio, stanno in una graduatoria di merito senza merito, senza alcuna selezione vera. Il ruolo arriverà, la lista è lunga (ed è inevitabilmente lunga, si parla di 48000 persone!), bisogna solo aspettare.

D’altronde, anche le GAE aperte a tutti non sarebbero state diverse!

Come si può considerare solo la propria posizione senza fare i conti col principio di realtà, con la conoscenza delle regole e delle procedure, con quello che si sarebbe dovuto leggere e comprendere prima di fare un ricorso e, in alcuni casi, di rispolverare un diploma dopo decenni di altra carriera? Come può uno Stato civile e democratico eludere il rispetto della legge, canzonare la giustizia? Come si può continuare a privilegiare una sola categoria, che occupa ancora posti illegittimi, e tralasciare, anzi calpestare i diritti di chi ha studiato, di chi ha superato i concorsi, di chi è stato e continua a essere leso da una politica ottusa e miope?

La scuola pubblica non è un bacino di voti, né una spesa, ma è un capitale umano in crescita, una risorsa culturale, sociale ed economica a lungo termine di un Paese!

I laureati sono stanchi delle bugie. E le bugie hanno le gambe corte, con o senza sindacati, con o senza consensi elettorali.

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