HomeScuolaDopo i nuovi tagli cresce l'indignazione dei docenti

Dopo i nuovi tagli cresce l'indignazione dei docenti

Basta fare un giro sui social network per leggere commenti di sconforto e di rabbia da parte dei docenti costretti a subire i tagli dei vari governi. Ormai non ci sono più colori politici di riferimento, tagliano tutti da destra a sinistra.

Gianfranco Scialpi sul suo profilo FB scrive:
“Ormai siamo alla frutta!!!
Stipendi bloccati da cinque anni, probabilmente diventeranno nove. Vacanza contrattuale congelata fino al 2017. Scatti di anzianità bloccati con conseguenze sulla pensione e Tfr. Restituzione delle quote percepite nel 2013 ( scatti d’anzianità)
Su tutto questo c’è il silenzio snervante della Carrozza e di Renzi.
Ma quest’ultimo non aveva promesso di incentivare in modo significativo gli insegnanti? Sono curioso di sapere come.
Sicuramente tutto questo demotiva gli insegnanti”.

Mentre Stefano Brunello evidenzia il “vuoto sindacale” commentando: “Bisognerebbe costruire un sindacato di base forte econ il sostegno di almeno 500.000 iscritti. Faresti fuori i sindacati tradizionali e corrotti e avresti un potere di contrattazione enorme. Ma la categoria, gia divisa, sarebbe pronta”?

Molti, quelli che da anni scendono in piazza e lottano per difendere la scuola e l’Istruzione in generale sono convinti che molte colpe è vero sono della politica, ma anche i sindacati hanno accettato in un silenzio-complice le scelte delle politica, con loro la stragrande maggioranza dei lavoratori.

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