Il ministro dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza, ferma i “bonus maturità”, che regaleranno (secondo l’impostazione del suo predecessore Francesco Profumo) da quattro fino a dieci punti a chi si iscriverà alle facoltà universitarie a numero chiuso (medicina e architettura, le più importanti). Ieri a Buti, provincia di Pisa, nel corso della consegna della Costituzione ai diciottenni, il ministro ha detto: «Sui bonus maturità ci sono molte discussioni, ma il mio obiettivo è quello di semplificare la normativa rispettando i principi». Resisteranno, quindi, ma andranno rivisti nel calcolo e nell’applicazione.
Repubblica
ha dimostrato ieri, con un’analisi che ha toccato
diverse città da Nord e Sud e singole scuole all’interno della stessa città, che per ottenere il bonus (per esempio 10 punti) in alcuni istituti è necessario prendere 100 centesimi alla maturità, in altri basta un 90, in altri ancora un 85. In generale, saranno penalizzati i licei (classici e
scientifici) in favore dei tecnici e degli istituti privati. Ha detto ancora la Carrozza: «Ho ereditato il provvedimento e sto ricevendo appelli e lettere. Il ministero dell’Istruzione è pieno di ricorsi, ai quali si risponde superando i cavilli e provando a rendere il sistema molto più semplice».
L’Unione degli universitari e la Rete degli studenti hanno sottolineato come i bonus incideranno sul punteggio finale del test: «Non solo serve un voto da 80 a 100 centesimi, ma il voto di diploma va equiparato alla media dei voti presi nell’anno accademico precedente». Per il 2013 il test d’accesso universitario — molto selettivo — è stato anticipato al 23 luglio. Il ministro Profumo aveva varato il “bonus maturità” negli ultimi giorni di reggenza cercando di porre rimedio alla storica disparità tra i voti di maturità presi nelle scuole del Sud (alti) e quelli presi al Nord (più bassi). La taratura fin qui trovata è ancora lacunosa.
Esami Stato 2013 – Il ministro promette di correggere il sistema
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