HomeComunicato StampaFGCI e PCI: Scuola Attiva kids: precarietà a scatola chiusa

FGCI e PCI: Scuola Attiva kids: precarietà a scatola chiusa

Comunicato stampa – In questi giorni gli Uffici scolastici regionali stanno pubblicando gli elenchi delle Scuole che hanno aderito al progetto di educazione fisica “Scuola Attiva kids”,: un nuovo progetto che succede ai già noti “Sport di Classe” o ai vecchi progetti di “Alfabetizzazione motoria”, rivolto alle classi quarte e quinte della Scuola primaria.

Negli elenchi delle scuole, divise per province, non appaiono tuttavia gli orari delle ore di motoria: questo rappresenta un fatto molto grave perché gli insegnanti che svolgono questo progetto, giacché non vengono pagati mensilmente e per giunta retribuiti con cifre esigue sono costretti a fare più lavori. La mancata conoscenza degli orari in cui si svolgono le lezioni di motoria nelle scuole durante la fase di abbinamento tra scuole e insegnanti porta molte volte alla scelta da parte di quest’ultimi di istituti i cui orari non risultano compatibili con quelli dei docenti, vittime nella fattispecie della sovrapposizione di altri impegni di natura lavorativa: un boccone amaro, che comporta non solo la rinuncia al progetto da parte di migliaia di lavoratori ma, anche, un rallentamento dell’inizio dello stesso, con una ricaduta negativa anche sui più piccoli.
Oltre al danno, la beffa: come dicevamo, infatti, le paghe vengono erogate ai lavoratori in due tranche nell’arco di un anno; e il più delle volte arrivano in ritardo. Anche questa è una causa che porta molti lavoratori sportivi a svolgere più mansioni.

Come FGCI denunciamo il regime di sfruttamento cui sono sottoposti questi insegnanti esternalizzati, così come la totale superficialità di un progetto che, per esempio, lascia senza un insegnante di motoria le classi prime, seconde e terze della scuola primaria, altro atto gravissimo che non permette il miglioramento in modo adeguato ed equo degli schemi motori nelle fasi sensibili dell’intera fascia d’età in esame.

Questo progetto, infine, come i precedenti già citati, non dà accesso ai contributi ai fini pensionistici agli insegnanti che prestano servizio. Questi ultimi vengono pagati con un vero e proprio cottimo, sulle ore effettivamente svolte: così, nel caso di assenze della classe o del docente di educazione fisica della stessa per ragioni di salute, quest’ultimo si vedrà negato per tale ragione il diritto ad una adeguata retribuzione a fine mese.

Questo è solo uno dei tanti esempi che si potrebbero fare, sebbene il punto sia un altro: infatti questi insegnanti, la maggior parte dei quali ancora giovane, nonostante coprano le classi per l’intero anno scolastico non hanno pari dignità rispetto agli altri colleghi. Diciamo basta a tutto questo marasma, alziamo la testa. Lo sport è un diritto, il lavoro pure!

Salvatore Ferraro -Dipartimento Scuola e Università FGCI
Luca Cangemi- Dipartimento Scuola e Università PCI

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