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FIS – CRONACA DI UN’ASSEMBLEA SINDACALE INUTILE

 

Martedì 23 ottobre u.s. ho partecipato all’assemblea sindacale territoriale indetta da Gilda UNAMS – Gilda degli Insegnanti, presso l’Ist. Bertarelli Ferraris di Milano.

Perché Gilda?

– Perché a Gilda sono legata dalle elezioni del dicembre 2000, in cui per la prima volta si votarono a scuola le rappresentanze sindacali, e da cui iniziò il mio decennio di attività come RSU in una scuola primaria del napoletano.
– Perché dopo passaggi di ruolo e, nel 2015, cambio di regione, volevo capire come fosse a Milano il sindacato che mi aveva visto attiva RSU per tanti anni, proprio quel sindacato che, nella stagione calda dell’autunno 2017 in cui si premeva per il rinnovo del contratto dopo ben 10 anni “vacanza contrattuale”, forse poiché a Milano troppo occupato nel rinnovo dei quadri interni, non ha organizzato 1 sola assemblea territoriale per rendere edotta la base di eventuali iniziative di lotta o della posizione che Gilda avrebbe tenuto al tavolo di trattativa.

Non 1 sola assemblea! Niente.

Il risultato di quella contrattazione lo conosciamo fin troppo bene.

L’assemblea (eravamo presenti penso in non più di 35/40, persone), dopo un sentito minuto di silenzio per la morte del piccolo studente milanese Leonardo, ha preso il via con un excursus storico dai primi vagiti di privatizzazione del rapporto di lavoro nel pubblico impiego (decreti Bassanini primi anni ’90) passando per il primo contratto scuola privatistico nel 1995, giungendo alla Legge 59/99 con cui si introduce il concetto di autonomia scolastica, il tutto per arrivare ad illustrare il ruolo delle RSU nella contrattazione del Fis: mi è sembrato un comizio di propaganda al solo unico fine di acquisire consenso.
Nell’intento dell’oratore – che più volte ha ripreso gli astanti con un “ma fatemi prima finire le slide, il dibattito dopo..” – penso ci fosse il voler seguire una precisa scaletta di discorso, quasi a dover dare il quadro completo di qualcosa di ignoto prima di passare al “core” della riunione: il dibattito.

Gli intervenuti invece, al di là dei soliti discorsi su Ds-autoritari, scuole non sicure, burn-out e mobbing-che-fare, erano ben motivati a portare il discorso sul tre ben precise tematiche: rinnovo contrattuale, soluzioni per il precariato, azioni di protesta e di lotta per ottenere dal governo quanto giustamente rivendicato.
Alla richiesta plurima, da parte dei docenti presenti, di mobilitazione immediata in SCIOPERO UNITARIO SCUOLA e BLOCCO SCRUTINI il relatore – che ragionevolmente ritengo parlasse non a titolo personale ma a nome della sigla rappresentata – ha non solo detto che “Gilda non ha intenzione di appoggiare scioperi singoli o unitari, che tanto non servono a niente, prova ne è stato l’ultimo del 5 maggio ’15 contro la 107”, ma in più ha sottolineato che “gli scrutini non si possono né bloccare né sospendere ma solo far slittare di qualche giorno, quindi anche quella è una forma di protesta inutile”.
Ha aggiunto quindi che “bisogna trovare altre forme di protesta, tipo la rinuncia all’aggiuntivo, ad accompagnare in uscite didattiche/viaggi d’istruzione”, insomma le solite cose che sento da anni e che sono lasciate all’iniziativa del singolo, ma nelle quali il sindacato non compare.

Ad una delle mie tante osservazioni – “non avete apposto firma alla stipula di contratto del 9 febbraio 2018, salvo poi siglare il 19 aprile seguente; quale posizione intendete adesso tenere in vista del prossimo rinnovo” – il relatore ha risposto che quella fu una “mossa strategica per manifestare il dissenso”, e che quel contratto è stato comunque una “vittoria” poiché si è riusciti a bloccare le deleghe al governo, che avrebbero messo mano al disciplinare.
Alla mia obiezione su come si possa considerare “vittoria” un rinnovo che, dopo 10 anni di blocco stipendiale e la sparizione dell’anno 2013 ai fini di scatto d’anzianità, ha portato ad un aumento di 45 euro netti medi mensili, il relatore mi ha risposto che però abbiamo comunque ricevuto l’indennità pari a 12 euro al mese, e in ogni modo la coperta è corta e le risorse non ci sono.
E amen.

La riunione è stata tutta un “Gilda chiede questo e quest’altro da anni..” – area di contrattazione separata, riconoscimento dell’insegnamento quale lavoro usurante – ma come e con che mezzi lo chiede, quali le risposte attendibili, le posizioni ferme, le proposte concrete da far valere al tavolo di trattativa, ZERO.
I suggerimenti erano per lo più rivolti alle (poche) RSU presenti, consigli dei quali cito il più eclatante: battersi affinché col bonus merito si vadano a RETRIBUIRE le ore di coordinamento di classe, così da liberare nel Fis quote da destinare ad altri incrementi all’aggiuntivo.

E con questo sono passati in cavalleria il FIS, le attività aggiuntive, il bonus merito, il comitato di valutazione che lo gestisce e tutto il retaggio di discriminazione e guerra tra poveri che tutto ciò comporta, da Gilda visti come dati di fatto, intangibili.

Di Maria Luisa Griva S.B.C.

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