Al Consiglio dei Ministri
Ai Sigg. Onorevoli di Camera e Senato
Al Ministero dell’Istruzione
Al Ministero del Lavoro
Oggetto : Innalzamento orario Docenti da 18 ore a 24 ore settimanali
L’ Art. 3 della bozza della Legge di Stabilità 2013 al comma 1 recita: “ A decorrere dal 10 settembre 2013 l’orario di servizio del personale docente della scuola primaria e secondaria di primo e di secondo grado, incluso quello di sostegno, è di 24 ore settimanali”.
Il presente articolo della bozza della legge di stabilità prevede , quindi , l’innalzamento dell’orario dei docenti delle scuole medie e superiori da 18 ore a 24 ore.
Secondo alcuni esponenti politici l’ innalzamento dell’orario di lezione dei docenti della secondaria da 18 a 24 ore porterà ad un taglio di 6500 posti.
Il CONIT, P contrariamente a quanto detto, asserisce che il taglio non sarà affatto di 6.500 posti, ma di ben 30.000 posti “normali” più altri 4.000/5000 posti di sostegno.
In pratica aggiungere 6 ore alla cattedra attuale da 18 ore vorrebbe dire perdere un posto di lavoro per ogni 3 docenti , se la matematica, ovviamente, non è un’opinione. Infatti 3 x 6 = 18 ore = un posto di lavoro in meno. Ciò vuol dire che una scuola con un personale docente di ruolo di 90 persone, subisce una perdita di 30 posti di lavoro (90:3=30).
Inoltre i docenti di ruolo coprirebbero tutti gli spezzoni e le supplenze brevi, il colpo di grazia per tutti i precari.
Il CONITP precisa che l’orario settimanale delle ore di lezione in Italia è nella media europea, se non addirittura superiore ad essa . Alle scuole medie i docenti lavorano 18 ore, contro le 18,1 della media europea; mentre alle scuole superiori lavorano 18 ore, contro le 16,3 della media europea.
L’ intenzione, quindi , di aumentare il carico lavorativo a 24 ore non ha nulla a che vedere con l’Europa, ma ha solo l’obiettivo di risparmiare, ancora una volta , a discapito dei precari.
Il CONITP in merito è assolutamente contrario all’innalzamento dell’orario dei docenti a 24 ore settimanali e auspica che tutti i parlamentari si prodighino affinché quest’ennesima norma tagli- posti non venga approvata.
Il Presidente prof. Guastaferro Crescenzo