L’introduzione dell’intelligenza artificiale (IA) nelle scuole italiane sta aprendo nuovi scenari educativi, ma solleva anche interrogativi cruciali sul ruolo degli insegnanti. Cristina Costarelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi Lazio, ha espresso un chiaro parere sull’argomento: l’IA deve essere considerata uno strumento di supporto, non un sostituto del docente.
Secondo Costarelli, il docente rimane centrale e insostituibile, soprattutto per l’aspetto relazionale e umano che nessuna tecnologia può replicare. “Non possiamo immaginare studenti che apprendano esclusivamente attraverso l’intelligenza artificiale”, ha dichiarato. La tecnologia, infatti, può rappresentare un valido aiuto per approfondire contenuti e sviluppare competenze, ma il suo utilizzo deve essere guidato da educatori preparati.
In particolare, l’IA trova applicazione nelle discipline STEM, dove può facilitare l’apprendimento autonomo. Tuttavia, è necessario bilanciare il suo impiego, evitando rischi come il plagio o l’uso improprio. “Dobbiamo frenare certi utilizzi e, al contempo, comprendere le potenzialità di questo strumento”, ha aggiunto Costarelli.
L’integrazione dell’IA nella scuola italiana è un processo graduale che richiede formazione per i docenti e una valutazione attenta delle sue implicazioni. Il futuro dell’educazione passa per una combinazione equilibrata tra innovazione tecnologica e il valore insostituibile dell’interazione umana.
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