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La lettera della Cisl a Profumo che chiede di fermare la revisione delle classi di concorso

Roma, 10 gennaio 2013
Prot. 49

Egr. prof. Francesco Profumo
Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Egr. dr. Luigi Fiorentino
Capo di Gabinetto MIUR
Gent.ma D.ssa Lucrezia Stellacci
Capo Dipartimento per l’Istruzione
Oggetto: riordino classi di concorso scuola secondaria

La Direzione generale del personale della scuola ha trasmesso alla scrivente Segreteria Nazionale in data 4 dicembre 2012 il testo del decreto ministeriale di riordino delle classi di concorso della scuola secondaria, inviato al CNPI per il prescritto parere.
Non condividendo la scelta effettuata da codesto Ministero in ordine alla definizione e all’approvazione di questo importante provvedimento, esprimiamo di seguito le nostre valutazioni in merito.
In primo luogo riteniamo che l’Amministrazione non si sarebbe dovuta limitare ad attivare delle caselle di posta elettronica per raccogliere osservazioni da parte delle Organizzazioni sindacali ma avrebbe dovuto procedere ad una formale convocazione delle stesse, per avviare un serio confronto in merito ad un provvedimento già in passato oggetto di numerose contestazioni da parte di associazioni professionali e disciplinari, oltre che di forti preoccupazioni da parte del personale docente per le ripercussioni che la sua approvazione avrebbe comportato, in particolare, nei confronti del personale con rapporto precario.
Lo schema di regolamento predisposto dal precedente Governo è stato oggetto di continue modifiche, tra il 2009 e il 2011, al punto che il Consiglio di Stato ha restituito l’ultima versione chiedendone la riproposizione con una nuova stesura.
Inizialmente affrontata ai sensi dell’art. 64 del decreto-legge 112/2008 attraverso lo strumento del Regolamento, oggi la riforma delle classi concorso viene riproposta attraverso la stesura di un semplice decreto ministeriale non avente natura regolamentare, allo scopo evidente di accelerarne l’iter di approvazione. Questo comporta però l’esclusione di un ampio confronto, sia a livello istituzionale che con le parti sociali, sicuramente necessario ed indispensabile, data la portata del provvedimento e la sua incidenza sul sistema scolastico.
La giustificazione di questa scelta si troverebbe, secondo codesto Ministero, nel fatto che il piano di economie previsto dall’art.64 risulterebbe concluso e pertanto viene meno il presupposto di dover operare in base a tale norma, escludendo in conseguenza la necessità di utilizzare lo strumento regolamentare.

Purtroppo però il piano di risparmio previsto dal decreto-legge 112/2008 non risulta ancora concluso. In particolare nella secondaria di secondo grado, si protrarrà per altri due anni scolastici, contestualmente alla messa a regime della riforma degli ordinamenti che è stata finora applicata solo sulle classi prime, seconde e terze.
Con il provvedimento in oggetto, l’ulteriore riduzione delle classi di concorso prevista (si passa dalle attuali 122 a 56 mentre nella precedente versione restituita dal Consiglio di Stato erano 79) non può che aggravare le difficoltà di gestione del personale docente di ruolo e non di ruolo.
A ciò si aggiunga che l’eccessivo accorpamento, che rende necessario istituire 69 sottocodici, produrrà pesanti conseguenze su organici e GAE, con totale stravolgimento delle posizioni attualmente ricoperte dal personale iscritto nelle graduatorie.
Infatti insistere, come avviene nel testo del DM, nel collegamento tra le nuove classi di concorso e i percorsi della nuova formazione iniziale, prevista solo sulla carta o addirittura non ancora prevista (in particolare per quanto riguarda gli ITP) rischia di espellere dalle graduatorie di istituto gli aspiranti in possesso dei vecchi titoli a cui manca la possibilità concreta di acquisire i nuovi.
Inoltre i previsti cambiamenti nella definizione degli organici, a riforma degli ordinamenti non ancora ultimata – fase attualmente gestita “in progress” sulla base delle “atipicità” – rischia di compromettere il già difficile equilibrio nella fase di messa a regime della riforma.
Alla luce delle considerazioni svolte la scrivente Segreteria Nazionale, facendosi interprete del profondo disagio del mondo della scuola, sottoposto da vari anni a continui interventi penalizzanti per il sistema, tutt’altro che risolutivi e condivisi, invita la SV a non procedere alla sottoscrizione del decreto ministeriale di riordinamento delle classi di concorso della scuola secondaria di primo e secondo grado, ripristinando nel contempo corrette relazioni sindacali e istituzionali, che coinvolgano in un confronto ampio e costruttivo tutti i soggetti interessati alla definizione di un provvedimento di così rilevante portata.

Il Segretario Generale
(Francesco Scrima)

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