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LA QUESTIONE ATA-ITP EX ENTI LOCALI portata anche in sede di Audizione dei Sindacati agli Stati Generali di Villa Pamphilj del 15 giugno 2020

Dopo l’ultima sentenza di condanna della Corte di Giustizia di Strasburgo (la decima sentenza di condanna allo Stato italiano) la questione del Personale ATA-ITP ex EE.LL. non poteva continuare a passare in sordina.

Ci ha pensato il Prof. Stefano d’Errico (Unicobas Scuola) durante l’Audizione dei Sindacati di base, convocati il giorno 15 giugno 2020.

d’Errico ha denunciato al Presidente del Consiglio Conte e alla Ministra Azzolina l’assurda vicenda del Personale della Scuola transitato nell’anno 2000 dagli Enti Locali, al quale la Legge 124/1999 aveva garantito il riconoscimento di tutta l’anzianità maturata, al servizio degli enti locali, e svolto nelle scuole statali (Licei Scientifici – ITN – ITC – ITG) al pari dei loro colleghi già statali che lo svolgevano in altre tipologie di scuole (Licei Classici – ITIS – Ist. Magistrali – Ist. Professionali – Scuole Medie – Scuole Elementari).

Fu un tiro “mancino” giocato dai Sindacati della Scuola (CGIL – CISL – UIL – SNALS) a bloccare gli effetti della Legge 124/1999, riconoscendo ai lavoratori non più tutta l’anzianità pregressa, ma poco meno della metà dell’anzianità che si portavano a corredo nel “travaso” allo Stato.

Le conseguenze furono gli effetti devastanti sugli stipendi in godimento e sull’assegno pensionistico. Al Personale che andava (e va tuttora) in pensione con il massimo dell’anzianità di servizio (42 anni) veniva riconosciuto un assegno pensionistico calcolato sulla fascia stipendiale 15/20.

Tutto ciò nonostante ben 10 sentenze di condanna della Corte di Strasburgo allo Stato italiano, compresa l’ultima diffida (Ultimatum) di settembre 2019 con invito ai vertici MIUR a relazionare sul perché la questione sia ancora irrisolta.

Accuse precise e gravi quelle formulate nell’intervento del Prof. Stefano d’Errico (Unicobas Scuola) che ha tirato in ballo i vertici del Ministero dell’Istruzione e del Governo per il perdurare ancora di questa assurda situazione del personale scolastico.

Eppure, ribadiva lo stesso relatore, per mettere una pietra tombale basterebbero anche poco più di cento milioni di euro, per adeguare da subito gli stipendi e gli assegni pensionistici, considerando la disponibilità degli interessati a transigere sulla questione degli arretrati.

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