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Lettera aperta ai Coordinamento precari Perché è importante mobilitarsi ora e senza ulteriori indugi per riottenere la monetizzazione delle ferie non godute.

 

Cari Coordinamenti precari,

partiamo dall’articolo 36 della nostra Costituzione:

Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa. La durata massima della giornata lavorativa è stabilita dalla legge. Il lavoratore ha diritto al riposo settimanale e a ferie annuali retribuite, e non può rinunziarvi”.(Costituzione della Repubblica Italia, articolo 36).

I decreti legislativi n.66 del 2003 e n.213 del 2004 stabilivano che le ferie maturate e non utilizzate erano monetizzate solo in caso di cessazione del rapporto di lavoro per termine del contratto a tempo determinato, (ma anche per dimissioni, licenziamento).

Cosa è cambiato con la Spending Review di Monti?

L’articolo 5, comma 8, del decreto legge n. 95/2012 (convertito in legge 135/2012 o Spending Review) prevede il divieto di monetizzazione per le ferie, anche in caso di contratti scaduti o terminati.

E’ evidente che si tratta di una norma discriminatoria tra personale che svolge lo stesso lavoro e in totale conflitto con il Contratto Nazionale degli Insegnanti. 

La legge di stabilità, definitivamente approvata il 24 Dicembre 2012, precisache a partire dal 1 settembre 2013, quindi dall’a.s. 2013/2014 le ferie maturate e non godute dei docenti precari non saranno più monetizzate.

Tuttavia, beffa su beffa, il Ministero Economia-Finanza al momento, con un cavillo da azzeccagarbugli, ha bloccato il pagamento delle FNG anche dello scorso a.s. 2012/13, nonostante queste non rientrino nella legge di stabilità e devono essere liquidate.

Appare chiaro che questo è un attacco al CCNL e apre la strada ad ulteriori manomissioni a danno dei lavoratori (non dimentichiamo che la proposta di allungare l’orario di servizio a 24 ore, senza un pari aumento stipendiale, pende ancora sulle nostre teste!).

L’intera faccenda non è solo economica (il mancato pagamento delle ferie), ma è soprattutto politica, in quanto lede un diritto sancito dalla Costituzione e dal CCNL.  Diventa allora imperativo ingaggiare una lotta senza tregua che veda coinvolti direttamente i coordinamenti precari presenti in Italia e che non può essere solo delegata.

La via dei ricorsi, suggerita attualmente da alcuni sindacati per ottenere la monetizzazione delle ferie non godute, se non accompagnata da una lotta autorganizzata e nazionale, da Palermo a Bolzano, da parte dei diretti interessati, gli insegnanti precari, non può bastare; quella strada ha già dimostrato in passato (ricorsi per ottenere la stabilizzazione dei contratti a T.D. reiterati fino a tre anni, ricorsi per ottenere gli scatti di anzianità) di essere aleatoria (la maggior parte dei ricorsi si sono persi o se vinti i rimborsi non sono stati liquidati “per mancanza di copertura finanziaria” da parte dello Stato) o addirittura controproducente (le proteste di piazza – nella lunga fase di raccolta dei ricorsi da parte di sindacati e associazioni di categoria, spesso in competizione tra di loro e successivamente nell’attesa delle sentenze – sono fortemente diminuite e all’azione diretta di uomini e donne in carne ed ossa si è sostituita la guerra delle “carte bollate”).

Non possiamo accontentarci di sperare di vedere in busta paga, prima o poi, quei soldi che ci spettano e illuderci che tanto poi interverrà qualche altra norma o circolare o emendamento che modificherà l’art.5 comma 8 della Spending review.

Non possiamo aspettare– come coordinamenti precari – che siano altri soggetti a mobilitarsi per noi rinunciando a priori a una nostra auto-rappresentanza e azione diretta coordinata e nazionale su questa questione specifica.

Non possiamo rinunciare a rappresentare e organizzare la rabbia dei nostri colleghi – mentre vediamo sotto i nostri stessi occhi e a nostro danno consumarsi questo ennesimo scippo di salario e diritti acquisiti – nell’illusione di recuperare il mal tolto in un futuro imprecisato o per l’intervento parlamentare di Partiti, Sindacati o Movimenti “amici” e “solidali” o per l’aiuto di altre categorie attualmente ancora dormienti e non direttamente interessate.

La sveglia al fare si dà facendo e non solo dicendo di fare

Dobbiamo mobilitarci ORA per difendere i nostri diritti contrattuali, contro questo Governo PD-PDL che, in continuità con i precedenti, ci offre solo tagli, discrimina ulteriormente i lavoratori precari e sferra un attacco senza precedenti al nostro CCNL. Spetta ai lavoratori precari della scuola difendere il proprio diritto al pagamento delle ferie non godute, passaggio essenziale e non rimandabile nella lotta per difendere il proprio contratto, anche da ulteriori attacchi e discriminazioni. Spetta ai coordinamenti precari organizzare proteste collettive in tal senso senza ulteriori indugi.

Rincorrere l’illusione di muoversi solo quando avremo la garanzia di radunare le masse o aspettare la nascita di improbabili “fronti uniti” con gli insegnanti di ruolo più ampi non fa che indebolire la nostra capacità di reazione, hic et nunc, e rischia di “chiamare all’adunata” quando i diretti interessati, cioè i precari della scuola, saranno ormai rassegnati e distratti.Secondo noi il Contratto e i nostri diritti si difendono rispondendo colpo su colpo agli attacchi concreti che ci arrivano, prendendo il toro se non dalle corna almeno dalla coda, dando l’esempio, non mancando agli appuntamenti che ci chiamano in causa direttamente e assumendosi delle specifiche vertenze a modello e a palestra di lotta e ci auguriamo di vittorie. Lo scippo delle ferie oggi è proprio quello che ci serve.

Invitiamo quindi tutti i coordinamenti precari a mobilitarsi immediatamente nelle proprie scuole e nelle proprie città con azioni di contro-informazione, volantinaggi, presìdi davanti alle Ragionerie Territoriali, accampate sotto il MEF per chiedere l’abrogazione immediata dell’articolo 5 comma 8 della legge 135/2012 e ribadire a gran voce

GIU’ LE MANI DALLE FERIE NON GODUTE.

I NOSTRI DIRITTI CONTRATTUALI NON SI TOCCANO

Con affetto

Coordinamento Lavoratori Scuola Milano “3 ottobre”

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