Nonostante i proclami e nonostante la “buona scuola” sbandierata come la legge che avrebbe ridato dignità all’Istruzione, il nostro Paese resta all’ultimo posto per la percentuale di spesa pubblica destinata appunto all’istruzione. A sburgiardare Renzi e i suoi ministri ci ha pensato l’Eurostat che ha fotografato la situazione dei Paesi dell’Eurozona. C’è davvero poco da stare allegri! I numeri sono chiari, nonostante la propaganda dei media e dei sostenitori del PD, il nostro è un Paese che non sta investendo in Istruzione, il nostro è un Paese destinato a restare ai margini dell’Europa.
Di seguito l’articolo del Sole24Ore con tuttti i numeri.
L’Italia è all’ultimo posto in Ue per percentuale di spesa pubblica destinata all’istruzione (7,9% nel 2014 a fronte del 10,2% medio Ue) e al penultimo posto (fa peggio solo la Grecia) per quella destinata alla cultura (1,4% a fronte del 2,1% medio Ue). È quanto emerge da dati Eurostat 2014 sulla spesa governativa divisa per funzione secondo i quali è invece più alta della media la percentuale di spesa per la protezione sociale (41,8% a fronte del 40,4% dell’Ue a 28, ma a un livello comunque inferiore a diversi paesi tra i quali la Francia al 43,1%).
Se si guarda alla percentuale sul Pil – rileva l’Eurostat – la spesa italiana per l’educazione è al 4,1% a fronte del 4,9% medio Ue, penultima dopo la Romania (3%) insieme a Spagna, Bulgaria e Slovacchia. Non va meglio per la spesa per la cultura: 0,7% contro l’1% della media Ue. Peggio fa solo la Grecia con lo 0,6%. Per la protezione sociale l’Italia spende il 21,5% del Pil (19,5% la media Ue) ai primi posti dopo Finlandia, Francia, Danimarca e Austria.
L’Italia resta a un livello molto alto di spesa per i servizi generali, l’area nella quale sono compresi oltre agli interessi sul debito le spese per gli organi elettivi e gran parte delle spese per il funzionamento della pubblica amministrazione. In quest’area l’Italia spende l’8,9% del Pil (a fronte del 6,7% medio Ue) e il 17,4% della spesa pubblica a fronte del 13,9% in Ue (in calo rispetto al 17,5% del 2013 quando in Ue era al 14,1%). Per la sanità il nostro Paese spende il 7,2% del Pil (in media con l’Ue) e il 14% della spesa pubblica (15% in Ue). Nell’istruzione la spesa è in linea con la media nell’educazione primaria, lievemente più bassa per quella secondaria mentre è molto inferiore per l’educazione terziaria ovvero universitaria e post universitaria e nella ricerca. La spesa in percentuale sul Pil nell’educazione terziaria è allo 0,8% in media Ue e allo 0,3% in Italia mentre se si guarda alla percentuale sulla spesa pubblica l’Ue si attesta in media sull’1,6% e l’Italia sullo 0,7%. Nella spesa per l’istruzione terziaria il nostro Paese è fanalino di coda in Ue, lontanissimo dai livelli tedeschi (0,9% sul Pil e 2% sulla spesa pubblica).
Da segnalare che la spesa pubblica sul Pil dell’Italia supera la media Ue. Nel 2014 eravamo al 51,3% rispetto a una media del 48,2% dei Ventotto. Più dell’Italia spendono la Finlandia (58,1%), la Francia (57,5%), la Danimarca (56%), la Svezia (51,8%) e il Portogallo (51,7%). Molto più bassa la spesa pubblica della Germania (44,3%) e della Gran Bretagna (43,9%).