La pressione fiscale in Italia continua a crescere, raggiungendo il 42,5% secondo gli ultimi dati ISTAT. Questo incremento, legato a entrate fiscali e contributive superiori rispetto alla crescita del PIL, mette in evidenza il fenomeno del fiscal drag e il ruolo centrale dell’IRPEF nel dibattito economico.
Il fiscal drag, o drenaggio fiscale, è un effetto distorsivo che si manifesta quando l’inflazione erode il potere d’acquisto dei redditi senza che il sistema tributario adegui i parametri fiscali. In particolare, l’IRPEF, con il suo meccanismo progressivo, finisce per aumentare il carico fiscale sui lavoratori dipendenti, anche in assenza di reali incrementi di reddito.
Nonostante le recenti modifiche strutturali all’IRPEF previste dal 2025, che includono il taglio del cuneo fiscale e la riduzione delle aliquote, gli esperti avvertono che queste misure potrebbero non essere sufficienti. L’introduzione di un sistema di indicizzazione per adeguare le aliquote all’inflazione è una proposta avanzata dall’opposizione e potrebbe rappresentare una soluzione efficace per stabilizzare la pressione fiscale e tutelare i redditi.
In un contesto di salari stagnanti e inflazione persistente, la questione resta aperta.
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