HomePrimo pianoL’URLO DEI NOSTRI STUDENTI: TUTTI INSIEME FAMO PAURA

L’URLO DEI NOSTRI STUDENTI: TUTTI INSIEME FAMO PAURA

Un lungo, un lunghissimo corteo: pacifico, civile, organizzato, compatto. Una dimostrazione di forza dei nostri ragazzi, stanchi di subire da una società che non gli garantisce un futuro, stanchi di una politica stracciona che pensa soltanto ai loro interessi, stanchi di continui tagli all’istruzione, alla loro scuola. Il grande striscione davanti: “Senza le idee cos’è un uomo? Solo un involucro che dentro è vuoto”.  “Adesso basta”, dicono Beatrice, Andrea, Gioia, Natalie, “stiamo tornando al medioevo, chi ha i soldi va avanti, chi ha conoscenze ha un futuro”; sono loro, i nostri alunni, i ragazzi che tutti i giorni abbiamo tra i banchi. Ma stavolta i ruoli si sono invertiti, sono loro ad insegnare a noi: l’unione, l’organizzazione, la civiltà, valori che non abbiamo più. Dicono: “Continuiamo ad andare avanti anche domani”. Si domani, sabato 24 novembre, il giorno del grande sciopero, dei sindacati tutti uniti.
Sembrava strano, vero? I sindacati tutti insieme per un unico giorno, per una grande manifestazione a Roma: è stata solo un’illusione, a parte CGIL e COBAS, le altre sigle sindacali hanno revocato lo sciopero, è stato trovato l’accordo per il ripristino degli scatti di anzianità per l’anno 2011. E tutto il resto?
È stato risolto con questo misero, ridicolo, accordo? Questo è l’esempio di chi dovrebbe rappresentarci, di chi dovrebbe garantire i nostri diritti. Ma più che dai sindacati, io oggi mi sono sentito rappresentato dai miei alunni, i ragazzi dell’ITIS “Marconi”, insieme a quelli di tutte le scuole superiori di Civitavecchia insieme a manifestare, convinti che soltanto investendo sulla cultura si possa uscire dalla crisi economica e risollevare il Paese. Quindi diamo spazio a loro, a quello che scrive Civonline:

“Sono partiti questa mattina, armati di striscioni, cartelli e megafoni. Con la voglia di urlare la loro contrarietà alla riforma e ai tagli della scuola.
Uno slogan: “Tutti insieme famo paura”. Lo gridano per le strade, per far sentire la loro voce, per far capire a tutti che stavolta, come non mai, sono uniti e compatti per tutelare il loro diritto allo studio e all’istruzione, pubblica. Centinaia e centinaia di studenti si sono dati appuntamento davanti all’IIS Viale Adige. E da lì si sono mossi per percorrere la città.
Impressionante la marea umana che colora le strade e le piazze, letteralmente invase di ragazzi. Sono 1.500. Unità più. Unità in meno. Tra loro anche genitori e docenti. Perché la battaglia che stanno combattendo è di tutti. È per il loro futuro che sperano sia “radioso”. È per quello degli insegnanti.
Perché il decreto Monti sull’istruzione prevede tagli anche per i precari. Con quel concorso per ridefinire la graduatoria dei precari e quei tagli che si apporteranno anche al fondo d’istituto. Quello che serve non solo a organizzare e mettere in atto corsi di formazione in più per i ragazzi. Ma anche per coprire le ore di supplenza. Per non parlare delle 140 mila cattedre in meno. E così tra uno slogan e l’altro e la musica diffusa dalle casse sul furgone che ha aperto il corteo hanno raggiunto piazzale del Pincio. Striscioni in fila e ben in vista davanti alle finestre della casa comunale. Con un’amministrazione che non è rimasta certamente indifferente al loro grido di dissenso. Di dissenso contro chi vuole privarli del futuro. A uno a uno rappresentanti di istituto, rappresentanti istituzionali e genitori hanno preso la parola. Subito
dopo si sono diretti all’aula Pucci per proseguire il dibattito e stabilire una strategia comune da mettere in atto domani alla mobilitazione nazionale che si svolgerà a Roma. E pomeriggio alle 14.30 all’assemblea pubblica degli studenti prenderà parte anche un docente dell’Università di Roma Tor Vergata. Sarà lui a dare informazioni più dettagliate su quanto si sta decidendo in queste ore nelle stanze di Palazzo Chigi”.

Grazie Ragazzi, il Prof. Vincenzo Tripodi

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