Caro Presidente Letta,
Ho appreso un po’ sbalordito del mio incarico a sottosegretario per il ministero dell’Istruzione, ricerca e università.
Non so da chi è partita la proposta; penso, con un qualche fondamento, che si tratti di un tiro mancino che mi hanno giocato i miei amici dentro al Partito dell’Unione di Centro Mobile. Lei sa che sono un casinista di razza, con una storia personale di tutto riguardo.
Vorrei solo ricordare che sono stato candidato dell’Unione di Casini nel 2010 come governatore dell’Emilia Romagna ed ho avuto una percentuale di voti che nessuno se la sogna: un incredibile 4,2 % che a solo pensarci c’è da rimanere. E non dico altro. Ci tengo a dirle che, durante l’intera campagna elettorale, non ho mai accennato a scuola e università (come potranno confermarle quanti vi hanno assistito: potrà anche sentirli personalmente se vuole: se le cava in mezz’ora). Argomenti – la scuola e l’università – per qualcuno certo importanti, ma che non mi hanno mai attirato.
Rispetto, a modo mio, chi si interessa di scuola: a suo tempo ci sono andato anch’io e da quando ne sono uscito non ci ho mai messo piede, neanche come padre – nel caso lo sia -.
Approfitto di questa occasione per dire anche – e soprattutto – che io sono in primo luogo un dottore commercialista, con tanto di laurea in economia e commercio, prestato con interessi alla politica da mio padre, un vecchio dc (rumoriano di ferro, immagino); e faccio bene il politico (sono nientemeno succeduto da poco a Casini, come nuovo capogruppo dell’Unione) perché sono stato – ma non ci giuro – un eccellente amministratore di condomini. Ed è da questa esperienza che mi sono nate, credo, le qualità politiche che i miei mi riconoscono anche altrove.
Ritengo perciò offensivo della mia dignità, della mia professionalità, ma anche della mia vocazione, nominarmi sottosegretario di un dicastero per il quale non ho competenze, né attrazione. Né mai ne avrò.
Le persone, caro Presidente, si valorizzano per le loro competenze e non sono – io – un uomo per tutti i dicasteri.
Guai – comunque – a quel popolo che facesse mercimonio di questo principio, che per me – che tra l’altro sono cristiano, penso -, è abbastanza sacro.
Perciò rifiuto la nomina per orgoglio professionale, per l’amore verso le famiglie italiane (che non può mancare, ci mancherebbe!) e, volendo, per dignità personale.
Non l’accetto fino a prova contraria e non ringrazio neanche, per principio.
Cordiali saluti.
Gianluca Galletti, dottore commercialista
(Lettera plaudibilmente spedita il 2 maggio al Premier E. Letta e alla stampa, ma mai arrivata a Palazzo Ghigi, perché, per puro inspiegabile errore, indirizzata al dott. E. Letta, via del Candelabro, 41016 Perugia.
Non avendola letta – questa lettera -, il presidente del Consiglio Letta ha proceduto alla nomina del suo autore. Che si è già subito insediato)
ps:. Forse è satira o forse no… (via ScuolaOggi)