Gentile Redazione,
la recente riforma che prevede il ritorno alle quattro materie d’esame sa tanto di “retro”. Si richiama, infatti, al vecchissimo modello dell’esame di maturità, quando le discipline orali scelte dalla commissione erano soltanto due.
Questa modifica sembra avere un obiettivo chiaro: risparmiare sui costi, riducendo la presenza di due docenti in commissione e alzando di pochi spiccioli i compensi dei restanti nominati. Un’operazione più di bilancio che di reale miglioramento didattico.
Non meno discutibile è la tempistica: la scelta delle materie viene comunicata a gennaio. Ma allora mi chiedo: perché noi insegnanti siamo obbligati a presentare una programmazione a inizio anno scolastico? Per coerenza, dovremmo anche noi poterla stilare da gennaio.
In sostanza, siamo di fronte a una riforma che non porterà né qualità né innovazione, ma solo più ignoranza e meno conoscenza. Se l’obiettivo è davvero risparmiare, allora propongo una soluzione ben più radicale: aboliamo direttamente l’Esame di Stato, ormai ridotto a una burletta, con il 99,9% di promossi ogni anno.
Cordiali saluti.
Silvana T.
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