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Pensione febbraio 2023, arrivano le trattenute e conguaglio, che fine farà l’aumento? Le tabelle

Aumento delle pensioni 2023: tanto atteso che l’effetto è sbalorditivo, le tabelle

Aumento delle pensioni, cosa succederà nel mese di febbraio con l’arrivo del conguaglio e delle trattenute IRPEF?

Scriveva Luigi Pirandello che la realtà d’oggi è destinata a scoprire l’illusione domani… Difatti, non tutti sanno, che con l’aumento delle pensioni 2023 crescono anche le tasse per effetto delle rivalutazioni. Per cui più aumento, più trattenute e il pensionato si ritroverà quest’anno a pagare più imposte rispetto allo scorso anno. Se poi si passa da uno scaglione all’altro, le trattenute aumentano ancora di più.

Trattenute Irpef sulla pensione

Pensioni, con il cedolino febbraio 2023 arrivano gli arretrati, le tabelle
tabella di trend online

L’Irpef è calcolata preventivamente su base annua e prelevata sui ratei mensili di pensione. Grazie al riordinamento delle aliquote, dal 2022 il prelievo fiscale si abbassa leggermente per i contribuenti italiani con redditi bassi, ma si alza per quelli con redditi medio alti e ciò riguarda anche i pensionati.

Gli scaglioni Irpef, modificati tramite la riforma, sono i seguenti:

23% sino a 15 mila euro,
25% sino a 28 mila euro,
35% sino a 50 mila euro,
43% oltre i 50 mila euro.

Nella riforma è prevista anche un allargamento della no tax area, cioè un aumento delle detrazioni fiscali a valere sui redditi da pensione. Dal 2022 si è saliti a 1.995 euro (prima era 1.880 euro), il che fa incrementare la soglia di esenzione Irpef a 8.500 euro.
Per cui l’aumento delle pensioni implica per molti contribuenti anche un salto da uno scaglione all’altro e quindi un aumento del prelievo fiscale alla fonte. Non cambia nulla fino a 15mila euro ma, se a causa della rivalutazione 2023 si va oltre tale importo, l’imposta sale di due punti percentuali e di dieci passando dal secondo al terzo scaglione.

Addizionali regionali e comunali

Per non farci mancare nulla, oltre alle trattenute Irpef, la legge prevede anche l’applicazione di addizionali locali. Trattasi di imposte aggiuntive destinate alle Regioni e ai Comuni. L’aliquota varia in base al luogo di residenza e le imposte sono destinate agli enti locali. L’importo è proporzionato al livello di reddito, per cui più è alta la pensione, maggiore è il prelievo fiscale. Da sottolineare che le percentuali di prelievo fiscale sono diverse per ogni Regione e Comune. Ad esempio, un residente in Piemonte, paga una addizionale pari al 2,13%, mentre in Lombardia lo stesso pensionato si vede addebitare imposte per 1,58%.
Anche per i Comuni è così: un pensionato residente a Milano paga una addizionale Irpef dello 0,8%, mentre a Roma la stessa imposta è dello 0,9%.

Pagamento pensione febbraio 2023 e gli aumenti

Con il pagamento della pensione di febbraio arrivano anche gli aumenti per chi non ha ancora beneficiato della rivalutazione 2023. Finalmente saranno corrisposti gli incrementi previsti dalla legge di bilancio in base all’aumento dell’inflazione.

A gennaio sono stati adeguati gli assegni solo fino a un certo importo.
Di conseguenza, dal primo febbraio 2023, i pensionati potranno beneficiare della rivalutazione (+7,3%), anche se per molti sarà limitata in base alle fasce stabilite dal governo. L’aumento, pari al 7,3%, è versato al lordo degli anticipi già assegnati nel 2022 in base a quanto previsto dal decreto Aiuti bis. Nei mesi di ottobre, novembre e dicembre è stato anticipato il 2% previsto per la perequazione automatica 2023 per tutti i pensionati con redditi non superiori a 35mila euro.
Sicché la rivalutazione finale 2023, per i pensionati che hanno già percepito l’acconto, sarà inferiore al 7,3% calcolato.
Da sottolineare che gli aumenti sono provvisori in quanto il dato del Mef non è definitivo. Come ogni anno, i risultati finali sull’inflazione 2022 saranno resi noti in primavera e i relativi conguagli corrisposti a gennaio 2024.

Chi ha già preso i soldi a gennaio

Altra cosa da sapere è che gli adeguamenti per il 2023 sono già stati effettuati a gennaio sulle pensioni solo fino a 2.101,52 euro di importo lordo. A spiegarlo è l’Inps con la circolare n. 135 del 22 dicembre 2022 includendo le disposizioni del Mef del mese di novembre 2022.

Gli importi di pensione superiori a questa somma saranno versati a partire da febbraio. Come ben noto, le nuove fasce prevedono una rivalutazione degli assegni solo fino a quattro volte l’importo del trattamento minimo di pensione, secondo il seguente schema:
100% fino a 4 volte il trattamento minimo,
85% da 4 a 5 volte il trattamento minimo,
53% da 5 a 6 volte il trattamento minimo,
47% da 6 a 8 volte il trattamento minimo
37% da 8 a 10 volte il trattamento minimo,
32% oltre le 10 volte il trattamento minimo.
Frattanto è possibile consultare il primo rateo di pensione 2023 accedendo al cedolino di gennaio. Da lì si può già capire chi ha percepito gli aumenti e chi li prenderà a partire da febbraio con i relativi arretrati.

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