Il 2026 rappresenta un anno cruciale per il sistema pensionistico italiano. Sarà l’ultimo anno di stabilità nei requisiti per la pensione di vecchiaia e quella anticipata ordinaria, prima dell’aumento previsto dal 2027 a causa dell’adeguamento all’aspettativa di vita.
Fino al 31 dicembre 2026, i requisiti restano invariati: 67 anni di età e 20 anni di contributi per la pensione di vecchiaia, mentre per la pensione anticipata servono 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne. Tuttavia, il 2026 segnerà anche la fine di alcune misure flessibili, come Quota 103 e Opzione Donna, che non saranno prorogate oltre il 31 dicembre 2025.
Restano invece attive misure come l’APE Sociale, destinata a categorie specifiche, e la Pensione Anticipata Contributiva, riservata a chi rientra interamente nel sistema contributivo.
Lo sguardo è già rivolto al 2027, quando potrebbero scattare aumenti automatici dei requisiti. Il dibattito politico sarà centrale per decidere se confermare o bloccare queste modifiche. Un tema che continuerà a influenzare il futuro previdenziale del Paese.
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