L’INPS, attraverso una recente circolare, ha introdotto importanti novità riguardanti il ricalcolo delle pensioni statali. La normativa, valida per i periodi contributivi antecedenti al 31 dicembre 2004, si applica esclusivamente agli assegni erogati a partire dal 2022. Per i pensionati che hanno cessato l’attività lavorativa prima di questa data, non sono previsti cambiamenti.
La legge di Bilancio 2024 consente alle amministrazioni pubbliche di regolarizzare le proprie pendenze contributive senza versare somme arretrate. Tuttavia, qualora emergano variazioni che riducono gli importi già corrisposti, l’INPS potrà adeguarli e richiedere il recupero delle eccedenze. Il ricalcolo riguarda solo le pensioni statali provvisorie o definitive per cui non siano trascorsi più di tre anni dalla notifica del provvedimento.
Per le pensioni più vecchie, l’INPS avvierà azioni di recupero nei confronti delle amministrazioni pubbliche. Inoltre, l’aggiornamento delle posizioni contributive avrà ripercussioni anche su Tfs e Tfr, con possibili riliquidazioni e richieste di restituzione degli importi erogati in eccesso.
Questa operazione mira a risolvere criticità storiche legate ai dati frammentari dei periodi contributivi pre-2005, garantendo maggiore accuratezza e trasparenza nel sistema previdenziale pubblico.
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