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Personale ATA e docenti uniti nel chiedere stipendi dignitosi e le dimissioni del ministro

“Come insegnanti, come genitori, come cittadini che tengono alla scuola pubblica non possiamo più accettare le forzature di un Governo che – al di fuori di ogni confronto democratico – approfitta del PNRR per introdurre nelle scuole “innovazioni” dannose e controproducenti, verso cui spingono fortissimi interessi privati. In un momento difficile, in cui la scuola andava rilanciata nella sua autentica priorità, quella di alfabetizzare, istruire ed educare le nuove generazioni, l’assurda istituzione del carrozzone milionario della “Scuola di Alta Formazione” per gli insegnanti, fondata sulla centralizzazione e burocratizzazione impiegatizia (a sostituire ogni forma di reale aggiornamento culturale), oltre che sui faraonici compensi per i futuri dirigenti, e le altrettanto assurde “sperimentazioni” delle “competenze non-cognitive”, dei licei quadriennali (già respinta dal Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione) e del “coding”, così come la frettolosa riforma della valutazione nella scuola primaria, introducono ulteriore confusione in un quadro già molto confuso. A tutto questo si aggiunga il fatto che il reclutamento dei futuri insegnanti avverrà sempre più, anziché sulla base di una seria preparazione universitaria, attraverso una cervellotica “raccolta punti” (crediti formativi erogati non solo da università pubbliche ma anche da “enti formatori” privati), con la creazione di un vero e proprio mercato dalle ricadute facilmente immaginabili sulla qualità dell’effettiva preparazione degli insegnanti”.

“La sfida più delicata da raccogliere, per una scuola al passo coi tempi, è riuscire ad armonizzare le esigenze dei singoli col bene comune, mirando al raggiungimento di un sostanziale equilibrio tra la valorizzazione delle “differenze” e il riconoscimento dell’importanza di una risposta compatta alle aspettative di una società sempre più complessa e frammentata al suo interno. Una risposta che sia il frutto di una piena unità d’intenti tra i diversi soggetti coinvolti (gli insegnanti, i dirigenti scolastici, il personale ATA, gli studenti e le loro famiglie) per una scuola pubblica incentrata sul merito, sul diritto allo studio, sulla trasparenza amministrativa, sulla stabilizzazione del personale precario. Una scuola ben diversa dall’attuale (sperequativa, aziendalistica, burocratizzata), che ha per giunta dovuto subire le gravi conseguenze del peggior concorso scolastico dell’Italia repubblicana, una selezione stracolma di errori e offensiva della dignità del personale docente”. A parlare è il professor Massimo Arcangeli, che sta raccogliendo da mesi, in un corposo dossier, gli errori riscontrati in una procedura concorsuale, ancora in corso di svolgimento, senza precedenti.

“La richiesta di dimissioni del ministro è anche e soprattutto una richiesta di inversione a 180 gradi nella gestione politica della scuola. Finora le “riforme” (compresa quella orrenda del reclutamento e della “formazione” degli insegnanti) sono state fatte senza ascoltare minimamente chi lavora ogni giorno con gli studenti e conosce i veri problemi e le vere necessità della scuola, assecondando invece le richieste di un ristrettissimo numero di associazioni, corporazioni e lobby che con la scuola hanno poco o nulla a che fare e che non di rado perseguono scopi eterogenei rispetto a quelli dell’Istruzione pubblica. Ecco, bisogna fare esattamente l’opposto, bisogna fare in modo che a decidere sul futuro della scuola non siano più pochissime persone ma che si apra un grande confronto democratico che coinvolga gli insegnanti, gli intellettuali, gli esperti dell’età evolutiva, le famiglie, le stesse commissioni parlamentari tagliate fuori dal sistema dei decreti legge e della fiducia posta dal governo su provvedimenti che riguardano un “organo costituzionale della democrazia”. La scuola è di tutti ed è garantita dalla Costituzione: chi si trova per un breve periodo e più o meno fortunosamente a guidare il Paese non può farne tutto quello che vuole”. Così asserisce Luca Malgioglio, docente nella scuola secondaria superiore e portavoce del gruppo La nostra scuola/Agorà 33.

Petizione. Dimissioni immediate del Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi

https://www.change.org/p/dimissioni-immediate-del-ministro-dell-istruzione-patrizio-bianchi-20de48be-4c6d-4b65-bb91-9ce8959884db?recruiter=1090268443&recruited_by_id=a0c3dd60-9775-11ea-9905-47cc3c271f50&utm_source=share_petition&utm_campaign=share_for_starters_page&utm_medium=copylink

Ecco tutti i testi per prepararsi al concorso straordinario 2022 della scuola

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