Di recente, il dibattito sul ruolo disciplinare dei dirigenti scolastici ha riacceso l’attenzione sul panorama normativo della scuola italiana. L’Aran, nel contesto delle trattative per il nuovo contratto scuola 2022-2024, ha avanzato una proposta che mira a estendere da 10 a 30 giorni la durata massima della sospensione che i presidi possono comminare direttamente ai docenti.
Attualmente, la normativa attribuisce ai dirigenti scolastici il potere di sospendere un docente fino a 10 giorni, mentre per sanzioni più gravi è competente l’Ufficio per i Procedimenti Disciplinari (UPD). Tuttavia, la proposta di ampliamento solleva interrogativi sulla compatibilità con il Testo Unico della scuola (D.Lgs. 297/1994), che già prevede la sospensione fino a un mese come sanzione minima per alcune violazioni.
Se approvata, la misura potrebbe velocizzare la gestione disciplinare locale e rafforzare l’autonomia dei dirigenti. D’altro canto, sindacati e esperti evidenziano rischi di abuso, contenziosi e potenziale conflitto interno, sottolineando la necessità di procedure trasparenti e garanzie per i docenti.
La proposta rappresenta un possibile punto di svolta, ma richiederà un’attenta regolamentazione per evitare incoerenze giuridiche e assicurare equità nel sistema scolastico.
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