A seguito della Prima informativa al Ministero sulla bozza delle nuove ordinanze per l’aggiornamento delle Graduatorie Provinciali e di Istituto (GPS) e delle GaE per il biennio 2026/28, apprendo con favore l’intenzione di aumentare il punteggio attribuito ai titoli di dottorato di ricerca e ai contratti di ricerca.
In tale prospettiva di valorizzazione dei percorsi formativi, desidero proporre una revisione più equilibrata anche dei punteggi attribuiti alle lauree triennali e magistrali che non costituiscono titolo d’accesso, quando esse rappresentano un effettivo ampliamento delle competenze nella materia di insegnamento.
Attualmente, infatti, una seconda laurea triennale è valutata soltanto 1,5 punti, cioè quasi quindici volte meno di un dottorato di ricerca – per il quale si sta valutando di attribuire 14 punti -, pur richiedendo un impegno formativo di pari durata (tre anni) e potendo contribuire in modo sostanziale all’arricchimento disciplinare del docente.
Nel mio caso personale, sono in possesso di due lauree triennali – una in Filosofia (L-5) e una in Scienze e tecniche psicologiche (L-24) – e di una laurea magistrale in Psicologia, titolo di accesso alla classe di concorso A-18 (Filosofia e Scienze Umane). La seconda laurea triennale, in Filosofia, ha un’evidente pertinenza con la materia d’insegnamento, ma viene oggi valutata al pari di un titolo non correlato, come ad esempio se avessi una laurea in Matematica.
Per rendere più razionale e meritocratica la valutazione dei titoli culturali, propongo di distinguere tra titoli affini e non affini alle discipline di insegnamento.
Ad esempio, un docente con laurea magistrale in Matematica (LM-40) che consegue una seconda laurea in Fisica dovrebbe vedere riconosciuto con un punteggio maggiore lo sforzo formativo intrapreso per ampliare la propria competenza nell’ambito delle materie che insegna (ad esempio considerando la classe di concorso A-27). Al contrario, una seconda laurea non attinente — ad esempio in Storia dell’arte — potrebbe continuare a mantenere la valutazione minima prevista (1,5 punti), in quanto non affine.
Dato che, rispetto il dottorato così come i contratti di ricerca hanno una vocazione specialistica e sono concentrati sulla ricerca anziché sullo studio, ritengo più spendibile nella scuola una laurea attinente alla propria classe di concorso, che ha una vocazione più generalista coerente con le materie insegnate nella scuola secondaria. Propongo quindi che per le doppie lauree triennali e magistrali affini venga dato un punteggio almeno simile, se non pari, a quello del dottorato di ricerca.
?Segnalo a riguardo la petizione pubblica da me recentemente aperta: https://c.org/NKhYhLwnWF?
Ritengo che una revisione in questa direzione renderebbe più coerente il sistema di punteggi con la finalità di incentivare la qualità e la trasversalità della preparazione dei docenti, premiando percorsi realmente collegati alla didattica delle discipline.
Filippo Gava
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